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di REDAZIONE 02 lug 2019 16:20

Sui fatti di Reggio magistrati uniti

"Pur non escludendo, in alcune situazioni, criticità e possibili comportamenti censurabili ritiene che, in via generale, debba riconoscersi e apprezzarsi l’attività svolta dai servizi sociali nel compito istituzionale di protezione e sostegno dell’infanzia e adolescenza". La nota dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia sul caso "affidi illeciti" di Reggio Emilia

L’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia a seguito dei recenti fatti di cronaca relativi ad indagini penali in corso presso la Procura della Repubblica di Reggio Emilia prende posizione in un comunicato diffuso nelle scorse ore a firma del segretario generale Susanna Galli e del segretario generale Francesca Pricoco, con Cristina Maggia che oltre a essere vicepresidente nazionale è anche presidente del Tribunale dei minori di Brescia.

"Pur non escludendo, in alcune situazioni, criticità e possibili comportamenti censurabili ritiene che, in via generale, debba riconoscersi e apprezzarsi l’attività svolta dai servizi sociali nel compito istituzionale di protezione e sostegno dell’infanzia e adolescenza e delle famiglie in difficoltà secondo la disciplina in vigore e nel rispetto dei principi costituzionali, valutato anche l’impegno frequentemente reso più gravoso dalle carenze organizzative, dalla mancanza di personale e dalle sempre minori risorse economiche sia in territori connotati da povertà educativa e ad alto rischio di devianza e criminalità, sia in territori ove la crisi della funzione genitoriale e della responsabilità adulta appare sempre più marcata rileva come non sia rinunciabile la costante sinergia tra i servizi pubblici territoriali e quelli sanitari al fine degli approfondimenti psicologici, dello studio della personalità, della condizione di sviluppo psico-fisico delle persone di minore età nelle situazioni di prospettato disagio, soprattutto se riconducibile a fatti di abuso o maltrattamento, fondata su tecniche di ascolto e psicodiagnostiche accurate e condivise dagli ordini professionali, correttamente predisposte mediante continuo confronto e aggiornamento scientifico, rappresenta che il sistema della Giustizia Minorile, improntato sui criteri di specializzazione e multidisciplinarietà, nel corso degli anni ha affinato strumenti di conoscenza delle persone e delle relazioni familiari, attraverso informazioni o accertamenti peritali condotti nell’ambito di procedimenti ispirati ai principi del giusto processo quali la garanzia di terzietà del giudice , del contradittorio , della difesa e della ragionevole".

L'Aimmf, inoltre "ritiene altamente dannoso - continua la nota - da parte degli organi di informazione il ricorso a semplificazioni dei fatti non approfondite né contestualizzate, specie in una materia di grandissima complessità e delicatezza , la cui trattazione richiederebbe un elevato livello di specializzazione, con la conseguenza di gettare indiscriminato discredito su ampie fasce di operatori scrupolosi che perseguono, abitualmente, la lealtà, la collaborazione e la trasparenza nei confronti dei propri utenti e così cagionando, al contrario, fratture e contrapposizioni disfunzionali ad un coeso e efficace sistema di protezione dell’infanzia e di aiuto alle famiglie più fragili, ribadisce il proprio impegno verso la ricerca di modalità comunicative che – salvaguardando il diritto di cronaca – evitino il diffondersi di comunicazioni sugli interventi di protezione dell’infanzia non supportate dal dovuto approfondimento".

REDAZIONE 02 lug 2019 16:20