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Brescia
di LEONARDO GARAVAGLIA 31 gen 2020 09:20

Un italiana in Burundi

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Annabella Di Stefano è una studentessa di 27 anni dell’università Cattolica di Brescia della laurea magistrale GeCo, in procinto di scrivere la tesi che si baserà su un progetto che si svolgerà in Burundi con i ragazzi delle scuole

Annabella Di Stefano è una studentessa di 27 anni dell’università Cattolica di Brescia della laurea magistrale GeCo (gestione dei contenuti digitali per i media, le imprese e i patrimoni culturali). È in procinto di scrivere la tesi che si baserà su un progetto che si svolgerà in Burundi con i ragazzi delle scuole! sarà supportata dalla fondazione Museke, che l’aiuterà nel far partire e sviluppare questa idea.

Cosa l’ha spinta scegliere questo progetto in Burundi?

Sono sempre stata molto legata all’Africa fin dai tempi della triennale. Tramite un progetto che avevo svolto nelle scuole nel 2014 in Sicilia, sono entrata poi in contatto con dei giovani immigrati che sono rimasti parte della mia famiglia ancora tutt’oggi, quindi il pallino è rimasto da allora. Quando mi sono iscritta alla magistrale sapendo che avrei fatto la tesi o un’esperienza all’estero, ma non sapevo dove, stavo valutando svariati Paesi, tra cui la Cina; poi a Milano durante un corso ho incontrato un ricercatore che studiava in Africa, a Nairobi. Al tempo conoscevo già don Roberto, visto che frequentava spesso l’università, quando gli ho confessato il mio desiderio di andare in Africa per scrivere la tesi mi ha consigliato di farla lì con la collaborazione della fondazione. Per il progetto Museke contribuirà con una borsa di studio, della quale sono estremamente grata, da lì è nato il progetto. Sono profondamente unita, curiosa e legata a questo popolo e continente, ho viaggiato un po' in giro per il mondo, però l’Africa non so perché ha qualcosa che mi ha sempre attirata.

La tesi si svilupperà in modalità sia scritta che tecnica per collegarsi al suo lavoro da videomaker?

Si, la tesi sarà metà e metà. Nella scuola Paolo VI che si trova a Gitega, la capitale della nazione, darò dei cellullari hai ragazzi che potranno raccontarsi attraverso dei temi. Da lì nascerà l’analisi degli stili narrativi, in che modo loro raccontano e sviluppano i prodotti che realizzano. Saranno presenti delle fotografie ma io, la professoressa Carla Bino e il professor Matteo Tarantino, rispettivamente relatore e correlatore, stiamo ancora lavorando, al laboratorio che andrò a fare con i ragazzi. Sicuramente non è semplice però sarà supportato da una buona pare di materiale fotografico e video.

In cosa consiste il progetto?

Il progetto consiste nell’analisi narrativa  ma ha l’obbiettivo di raccontare la bellezza che accade, l’approccio che attuo sull’lavoro è sempre stato mirato mostrare la bellezza presente in un luogo, che non deve essere per forza ritenuto “canonicamente bello” come se mi trovassi davanti ad una statua, il mio interesse è sempre stato per una bellezza che si mostra tramite avvenimenti o piccoli particolari, l’obbiettivo di ogni mio progetto è sempre stato quello di mostrarne questo fascino atipico. Quindi racconteremo il fascino del Burundi, degli avvenimenti e delle attività che l’ha fondazione crea attraverso le suo opere, potremmo dire una bellezza di stampo “filosofico”. E lì, sia io che i ragazzi, racconteremo lo splendore che accade in Africa. Lo racconterò con miei occhi, non ho mai raccontato attraverso i ragazzi, da lì nascerà tutta l’analisi che scriverò nella tesi.

Quanto durerà il progetto?

Rimarrò in Burundi per un mese, poi in Italia mi concentrerò sullo studio

LEONARDO GARAVAGLIA 31 gen 2020 09:20