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Brescia
di LUCIANO FEBBRARI 21 dic 2018 11:37

Gianni Quasineve

Nell'ultimo libro di Roberto Barucco risuona, per chi vuole ascoltarla, la canzone del bosco e dei torrenti e della neve che cade. L'autore racconta con passione storie di montagna, di uomini e di cani

Un viaggio nelle valli bresciane o alle pendici dell’Adamello. L’ultima fatica di Roberto Barucco, giornalista e scrittore, accompagna il lettore alla scoperta della montagna, delle sue tradizioni e dei suoi racconti. Chi vive abitualmente la montagna ha il piacere di ritrovarsi tra le pagine di questo libro, chi, invece, non ha contatti frequenti con questo mondo prova il piacere di assaporarne alcuni tratti significativi. Con “Gianni ‘Quasineve’ e altre storie di montagne, uomini e cani” Barucco apre il cassetto dei ricordi d’infanzia e dell’adolescenza e li condivide con gli altri. Sono emozioni personali che hanno la capacità di raggiungere tutti. E così ci si ritrova facilmente nelle vicende di Gianni del torrente, di Geppo o del “milanese”. E poi c’è lui Gianni “Quasineve” per la sua capacità di indovinare tutte le previsioni meteo tranne una: l’arrivo appunto della neve. In questo libro, edizioni settimoEgo (12 euro), ci sono la baita e il balcone, l’angolo del bosco vecchio “con i rami così vicini alle finestre di legno che, sporgendo la mano, puoi toccarli, salutarli confidenzialmente come vecchi amici ogni volta che ti affacci a nord, per capire se quel rumore, sentito per caso, era solo un fruscio, o uno scoiattolo o chissà che, lo immagini perduto nell’infanzia, magari un elfo nascosto nell’ombra d’una felce”. La ballata dello stradino e la sfida a briscola mentre fuori nevica, la grappa che riscalda e i cani che si riposano accanto al fuoco. Risuona, per chi vuole ascoltarla, la canzone del bosco e dei torrenti e della neve che cade. C’è spazio per il presepe dell’anima, quello “che ti porta a compiere un bilancio dell’anno, dell’esistenza, del senso di quella vita che scorre, mentre dialoghi con un pastore o sistemi una palizzata e un ciuffo di muschio nella tua improbabile Betlemme, rimane come una certezza, commuove ancora”. Ma ci si può immergere anche nel “tempo sospeso” della città nella città che ti avvolge, a volte ti schiaccia e a volte ti fa perdere l’orientamento. Vale la pena conoscere da vicino i volti e le anime belle di questo testo. E per rileggere anche la propria esistenza, magari attraverso un sorriso.

LUCIANO FEBBRARI 21 dic 2018 11:37