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Brescia
di LUCIANO FEBBRARI 17 nov 2016 09:13

Dove vanno i Seminari?

Nel complesso la diminuzione di seminaristi è una realtà accertata ma il sistema generale del clero italiano poggia ancora su basi solide

Sono 2.439 i seminaristi della Chiesa italiana, censiti al 31 dicembre 2014. Numero che sale a 2.753 se si tiene conto dell’Ordinariato militare (13) e della prelatura della Santa Croce e Opus Dei (311). Ma è vero che i seminari d’Italia si stanno svuotando e che non ci sono più nuove vocazioni? Per raccontare la realtà che sta dietro alle statistiche, avviamo un’inchiesta a più puntate che parte dalle Isole e percorre l’Italia da Palermo a Milano, per scoprire le risorse e indagare le crisi che stanno dietro ai numeri ufficiali. Nell’arco degli ultimi dieci anni rilevati, la flessione a livello nazionale è stata pari a circa il 14%. Nel 2004, il totale degli studenti di filosofia e teologia nei centri diocesani era pari a 3.145. Per afferrare le dimensioni del fenomeno, però, è utile considerare altri due aspetti. I decessi di sacerdoti sono stati 736 nel 2004 e 666 nel 2014, mentre gli abbandoni si sono mantenuti, più o meno costanti, attorno ai 40 annui. A ciò si aggiunga il numero delle ordinazioni, passate da 454 a 405 (-12%), e il totale dei sacerdoti diocesani, scesi da 33.684 a 32.174 (-4,7%). Nel complesso, la diminuzione di seminaristi è una realtà accertata ma il sistema generale del clero italiano poggia ancora su basi solide.

A guidare la classifica delle Regioni ecclesiastiche con il maggior numero di seminaristi sono Campania (12,9%) e Lombardia (12,8%). Seguono: Triveneto (11,6%), Sicilia (10,5%), Lazio (9,3%), Puglia (9,3%), Calabria (5,6%), Emilia Romagna (5,3%), Piemonte (4,4%), Toscana (4,1%), Marche (3,2%), Sardegna (2,8%), Umbria (2,5), Abruzzo-Molise (2,3%) Liguria (2%), Basilicata (1,4%). I vescovi italiani, consapevoli delle difficoltà che sta attraversando il clero e mossi dalla volontà di sostenere i sacerdoti, puntano molto sulla formazione permanente, “nella consapevolezza che essa risponde non tanto o solo a un’esigenza di qualificazione, quanto alla necessità di approfondire un mistero di vocazione mai pienamente esaurito”.

Qual è il futuro dei Seminari? Lunedì 7 novembre mons. Oscar Cantoni, recentemente nominato vescovo di Como e delegato dei Vescovi lombardi per i Seminari, si è interrogato a Brescia sullo stato di salute e sulle prospettive dei seminari. Nella sua conclusione, Cantoni, che ha lanciato un appello (“non delegare al Seminario quello che è proprio della parrocchia”) ha citato la nota immagine di papa Francesco: “La vocazione è un diamante grezzo che domanda di essere lavorato con pazienza e competenza”. Se guardiamo al dato bresciano, ad oggi sono 48 (37 + 11 del Minore) i seminaristi: ai 37 dello studio teologico si aggiungono anche i 22 esterni (provenienti dagli Istituti e dalle congregazioni religiose). La parte del leone in Lombardia è recitata da Milano con i suoi 146 studenti (a fronte dei 312 di tutto il territorio). Circa 40 si trovano nella fase precedente l’entrata. Tanti arrivano dopo la maturità, a seguito di un percorso vocazionale. Il primo è il gruppo “Samuele”, fondato 25 anni fa dal card. Martini: “Offre – afferma il rettore mons. Michele Di Tolve – un lavoro di ricapitolazione dell’esistenza che porta il giovane a capire quale sia il cuore pulsante della sua vita”. È attiva anche la Comunità vocazionale residenziale Sant’Andrea che consiste in un’esperienza di vita comunitaria di quasi due settimane: “Ci preoccupiamo che abbiano coscienza di quello che chiedono. L’ingresso non è dire ‘proviamo’, ma è già un atto importante che suppone basi solide”.

LUCIANO FEBBRARI 17 nov 2016 09:13