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Brescia
di GIORGIA BARTOLOTTA 06 ago 2020 10:41

Suor Vania si racconta

Suor Vania, qual è il ruolo dell’Usmi all’interno della diocesi e quali sono le principali iniziative durante l’anno?

L’Usmi ha il compito di favorire ed esprimere le esigenze di comunione che ci sono all’interno degli Istituti femminili, nel rispetto e nella valorizzazione delle specifiche competenze e carismi. Ogni anno ci sono delle proposte rivolte alle suore delle diverse congregazioni, come i ritiri mensili; negli ultimi anni viene programmato un incontro per le Superiori maggiori; ci sono poi degli incontri di formazione, organizzati con altri ordini come l’Ordo Virginum. Vengono poi celebrate la “Giornata della vita consacrata” e la “Giornata Pro Orantibus”; poi c’è il “Cinema e Dio”, un’iniziativa spirituale e culturale aperta anche ai laici.

Le Suore delle Poverelle prestano la loro opera a chi vive ai margini, a tutti quelli che, secondo le logiche di questo mondo, non avrebbero più nulla da dire, ma che invece il Signore ascolta con attenzione e amore. Quali sono le principali attività attraverso le quali testimoniate la presenza di Dio nella vita?

Il Beato Palazzolo non ha indicato un ambito preciso di apostolato, ma ne ha dato le coordinate, “tra i più poveri, negli ambienti più poveri”. Le Suore delle Poverelle in Italia, in America Latina e in Africa, operano nell’ambito dell’educazione della pastorale giovanile, nelle realtà per gli anziani e i disabili, nelle comunità di alloggio per minori di pronto intervento per famiglie in difficoltà, nei territori pubblici, nelle carceri, nelle comunità di reinserimento sociali per donne e per uomini.

Come si declina la vostra presenza nella diocesi?

Le comunità presenti nella diocesi di Brescia sono poche, anche perché la presenza delle suore e le vocazioni sono sempre meno: noi siamo a Brescia, vicino a via Bronzetti; a Capriolo, abbiamo una comunità per le sorelle anziane a Cailina e siamo anche tra i bambini e gli adolescenti che non possono stare con la loro famiglia. A Rovato c’è poi “Pane e Sale” un progetto organizzato da una coppia che ha deciso di fare della propria famiglia una “famiglia allargata”. A Brescia, a sostegno delle donne maltrattate, è presente il progetto “Pandora”; per le donne con un lavoro saltuario c’è la possibilità di un alloggio a costi molto bassi; sempre a Brescia vi è una comunità che si occupa del reinserimento sociale di uomini che vengono da una condizione di profondo disagio e da dipendenze da alcool, droghe, ludopatia o dalla dura esperienza carceraria; tutto è possibile grazie alla presenza di laici preparati.

Con quale atteggiamento dobbiamo rivolgerci alle nuove generazioni?

Desideriamo credere che dalla cura delle nuove generazioni ne verrà un futuro migliore, un mondo dove l’uomo sarà messo al centro. In alcune zone d’Italia stiamo privilegiando la presenza di suore giovani, rendendole promotrici di alcune iniziative nella vita pastorale e caritativa.

GIORGIA BARTOLOTTA 06 ago 2020 10:41