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Montichiari
di REDAZIONE 05 apr 2017 11:34

Cassola e la necessità del disarmo

Nasceva 100 anni fa a Roma Carlo Cassola, scrittore prolifico del Secondo Novecento italiano, che fece della Toscana il teatro della sua ricca produzione letteraria e nella quale trascorse gran parte della propria vita. Per onorarne la memoria il milanese Angelo Gaccione e il bresciano Federico Migliorati hanno curato il libro “Cassola e il disarmo. La letteratura non basta”

Nasceva 100 anni fa a Roma Carlo Cassola, scrittore prolifico del Secondo Novecento italiano, che fece della Toscana il teatro della sua ricca produzione letteraria e nella quale trascorse gran parte della propria vita. Per onorarne la memoria il milanese Angelo Gaccione e il bresciano Federico Migliorati hanno curato il libro “Cassola e il disarmo. La letteratura non basta”, edito dalla casa editrice “Tra le righe libri” e in vendita a 18 euro. Il volume contiene un ricco epistolario composto da oltre 80 lettere a firma di Gaccione e Cassola che i due si spedirono tra il 1977 e il 1984. Nel testo sono presenti anche un’introduzione dello scrittore Vincenzo Pardini e l’intervista di Migliorati a Gaccione con foto inedite, tra l’altro, dei principali luoghi cassoliani. Nato quasi casualmente (“doveva essere una semplice intervista su Cassola – spiega Migliorati – ma poi si arricchì in corso d’opera”) il volume dispiega tutta la sua importanza soprattutto nel fitto scambio di vedute e di opinioni tra Gaccione e Cassola, amici e sodali, fondatori di quella Lega per il disarmo dell’Italia che richiamò l’attenzione del mondo politico e intellettuale dell’epoca.

“Se si vanno a leggere gli scritti appassionati e lucidi di Carlo – sostiene Gaccione nell’intervista - ci si renderà conto dell’enorme attualità del messaggio pacifista e antimilitarista che entrambi divulgammo”. Fu una “grave distrazione” da parte dell’intellighenzia del tempo “non averlo sostenuto per il Nobel per la pace, lui che più di tutti l’avrebbe meritato”. Tra le lettere pubblicate nel volume, alcune richiamano la funzione della letteratura ed il rapporto tra lo stesso Cassola e i suoi colleghi del tempo. Ne esce un “uomo mite, dolcissimo, tollerante, ma dal carattere fermo” per il quale davvero “la letteratura non bastava” perché era necessario impegnarsi per difendere il valore della pace. A causa di questa sua battaglia subì un ostracismo ostinato da giornali, tv e mondo della cultura. Ormai ammalato si spense trent’anni fa nella sua casa di Montecarlo di Lucca.

REDAZIONE 05 apr 2017 11:34