lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di REDAZIONE 27 mag 2025 16:01

Franco Chiarani. Nostalgia, disillusione, speranza

In tempi in cui la comunicazione e la presenza sui social è fondamentale per la propria immagine, per la propria risonanza, soprattutto se si è artisti e si produce arte visiva, esiste ancora chi felicemente ne fa a meno. Franco Chiarani, classe 1946 e originario di Arco di Trento dove tutt'ora vive e lavora, è un artista assente totalmente per scelta da ogni social network. Questo comporta una scarsa notorietà da parte del grande pubblico, nonostante da molti anni sia apprezzato dai critici e dagli addetti ai lavori.

Come scrive Damiano Perini nel saggio di introduzione al catalogo (disponibile in versione cartacea e online): “Esiste una componente antisociale e antimoderna in Chiarani. […] non è artista da public relations e happy hour, e questa riservatezza può essere penalizzante oggi in un mondo in cui alimentare rapporti e conoscenze è più urgente, forse, del coltivare qualità artistiche […] ci sono artisti che meritano di essere cercati, scoperti e divulgati”.

L'Ucai sezione Brescia ha scelto di dedicare una mostra al maestro trentino con l'obiettivo di rendere giustizia alla fortuna artistica di Chiarani (“svincolare Franco Chiarani dalla sua città allontanandolo, anche solo per poco, da quella sua torre d’avorio”), leggendo la sua opera anche sotto un profilo cristiano, attraverso i temi della nostalgia, della disillusione e della speranza – temi che prendono spunto dalle considerazioni di Lina Bolzoni sulla meraviglia, pubblicate sul recente libro scritto col cardinale Tolentino de Mendonça, Poesia e stupore – congiungendosi infine al motto di papa Francesco per il Giubileo del 2025: appunto, “Pellegrini di speranza”.

La mostra, curata da Damiano Perini e sostenuta dall'UCAI di Brescia è dunque divisa in tre sezioni per un totale di 33 opere in mostra. Ad ogni sezione, inoltre, si accompagna una riflessione filosofica scritta da Cristina Carnevali, già curatrice per l’Ucai el 2023 delle mostre “Stracci” e “Ghurfa”. Sebbene la mostra sia stata realizzata in alcuni mesi, il progetto è frutto di un lavoro di quasi tre anni, fatto di incontri, visite, conversazioni, considerazioni che si sono succedute e incrociate, che ora trovano finalmente la loro giusta sintesi e il loro atteso traguardo.

Franco Chiarani è un maestro autodidatta, un artista che lavora principalmente su carta, utilizzando solamente ossidi, terre e grafite. Le sue opere sono caratterizzate da campiture materiche e da gesti rapidissimi, dove la componente del non-finito gioca un ruolo fondamentale. Perini lo ha definito, per le sue doti, “alchimista della carta, maestro del non finito, campione del tratto rapido”. “La carta: tutto parte da qui. Un materiale scarno, scarsamente considerato, ma che in Chiarani si eleva assumendo un’aura di sacralità, grazie a un processo alchemico frutto di intuito e anni di esperienza e sperimentazioni, ricerche e prove. E poi quelle macchie di pura materia: sì perché il maestro trentino non usa colori ma terre, sola gradazione cromatica, e le applica con tocco liturgico sul supporto cartaceo, così da farli confondere. Sono esse il corpo che prenderà presto vita grazie al tratto demiurgico dell’artista: sì perché quella grafite è lì pronta a stridere con elegante gestualità: che non è istinto ma riflessione paziente; che non è approssimazione, schizzo, no, no mi raccomando, è tutt’altro: è sprezzatura”.

I temi trattati da Chiarani sono personificazioni di stati d'animo, situazioni, atmosfere rese tramite figure che appaiono (o scompaiono) dalla superficie. Questa mostra è particolarmente interessante perché qui è più chiara la trasformazione che sta avvenendo nella più recente fase di Chiarani: pur restando figurative, le opere tendono a uno sfaldamento, a una scomposizione e dunque a un’assimilazione con lo sfondo da cui nascono: un Chiarani inedito.

La mostra sarà visitabile dal 7 giugno al 7 settembre nelle Sale del Ciliegio del Museo Diocesano di Brescia. L'inaugurazione è fissata per sabato 7 giugno, alle 16.


REDAZIONE 27 mag 2025 16:01

Ancora Nessun Commento

Scrivi un commento qui (minimo 3 caratteri)