Che gatìgola ‘l cél vince il premio di poesia

Sabato 15 febbraio sono stati assegnati i riconoscimenti del 18esimo Premio di poesia dei Santi Faustino e Giovita promosso dalla Fondazione Civiltà Bresciana.
Primo Premio alla poesia
Che gatìgola ‘l cél di Armando Azzini (Rezzato)
In un mondo che cambia veloce, nel quale tempo e attenzione sono costante preda di social e
smartphone, fa irruzione un ricordo di suoni e voci che ci spinge ad alzare lo sguardo e a liberare i
pensieri. La lingua usata è un dialetto maturo e convincente, che non teme di confrontarsi con l’attualità.
Secondo Premio alla poesia
Zügà amó a ciàncol di Roberto Capo (Rezzato)
Antichi giochi da bambini, fra lippe che volano e ciliegie rubate, riemergono dal cassetto della memoria e ci interrogano su chi siamo oggi. E l’adulto apre la porta al ragazzo che era.
Terzo Premio alla poesia
El piöf di Dario Tornago (Brescia)
Il tempo meteorologico trova risonanza nel clima interiore. E così gocce che cadono dal cielo diventano mani che picchiano sulla spalla e voci che attraversano l’anima. Lasciando bagnati, dentro e fuori, in attesa del domani. Versi intimi che dimostrano una volta di più la potenza lirica del dialetto.
Segnalazione di merito alla poesia
Angei sènsa le àle di Luigi Legrenzi (Passirano)
Li incontriamo, anche se non sempre li vediamo. Sono persone che camminano con passo malsicuro,
dando il braccio a speranze sbiadite. Sono fiori mai sbocciati, hanno pensieri confusi, hanno mani che ti
cercano senza un perché. Sono angeli senza ali.
Segnalazione di merito alla poesia
La pianta di Pierluigi Dainesi (Brescia)
Un albero può essere molto più di un semplice vegetale. Può diventare metafora di un vivere - il nostro - fatto di tristezze così come di tenerezze, di ricerca di protezione e di resistenza ai venti avversi. Un albero può diventare quella metafora nelle cui radici ritrovare un senso.
Segnalazione di merito alla poesia
Zóntega ‘n ghèl al dé che vé di Graziella Abiatico (Flero)
Un centimetro in più al giorno che arriva. Un centimetro conquistato dentro al tempo che passa
inesorabile. Un centimetro tutto nostro per dire le parole mai dette, per ascoltare chi ci sta accanto, per correre giocare, raccogliere fiori… E per ritrovarsi finalmente, noi fiammiferi nel vento, a camminare
insieme.
Segnalazione di merito alla poesia
Cunfì di Ornella Olfi (Montichiari)
I confini del vivere sono anzitutto confini fisici. Che talvolta ci appaiono stretti e dai quali vogliamo
fuggire. Ma ricordi e poesia sono la via interiore grazie alla quale quei confini possono finalmente
diventare meno oppressivi.
Segnalazione di merito alla poesia:
‘Na pianta di Giuliana Bernasconi (Brescia)
Dal messaggio di perdono che giunge dal Vangelo, dall’esempio di rinascita che regalano a primavera
gemme e rondini, nasce la forza di chi semina l’albero della pace dentro un tempo sconvolto dalla guerra.
SEZIONE 2 “Francesco Braghini”
Premio alle poesie dei ragazzi della
IIA Tecnico Agrario - Istituto Einaudi di Chiari
Sollecitati dalla loro docente di Lettere, professoressa Alessandra Epis, i ragazzi si sono misurati con la poesia in dialetto e cinque di loro si sono iscritti al concorso della Fondazione. Ne emerge un quadro fresco, di autentica passione e di attento rispetto per la parlata dei nostri nonni. Difficile - e forse addirittura ingiusto - stilare qui una classifica di merito. A tutti loro la giuria ha voluto - convintamente - assegnare il premio ex aequo. Sono Federico Facchinetti, Emma Franzoni, Matteo Rivetti, Michela Scalvini e Carolina Verzeletti.
Primo Premio al brano musicale
Vita balera testo di Franco Visconti (Brescia)
Un centro diurno con un impianto voci a noleggio diventa orizzonte di ballo e di vita per una comunità
pensionata che continua ad essere innamorata dell’umanità. E che sa ridere delle proprie fatiche. Al
testo di Franco Visconti e alla musica del maestro Andrea Bettini si affianca nell’esecuzione la
condivisione di Marco Poli.
Premio “Costanzo Gatta” alla poesia:
Nel mé rebelòt di Alberto Zacchi (Flero)
In questo instancabile cercare, in queste sensazioni che si allargano come centri concentrici, in quelle
onde di mare che interminatamente si rincorrono, abbiamo riconosciuto quella voglia di ricerca e quella insaziabile curiosità che hanno sempre accompagnato la vita del nostro, indimenticabile, Costanzo Gatta. Perché - forse - trovare un senso sta proprio nel non smettere mai di cercarlo.