La speranza abita nella Chiesa bresciana

La visiita alla mostra "Comunicare la speranza. Un'altra informazione è possibile" promossa dalla Società San Paolo e dalle Figlie di San Paolo con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione, aperta al pubblico sino al 19 maggio nella sede di via Trieste dell'Università Cattolica ha dato modo al vescoo Tremolada di "recuperare" il tradizionale incontro della festa di San Francesco di Sales con gli operatori bresciani della comunicazione. La concomitanza con il Giubileo delle comunicazioni sociali, l'ulitmo che ha visto la partecipazione di papa Francesco prima della malattia e della scomparsa, aveva suggerito mons. Tremolada l'opporunità di riprogrammare l'incontro 2025 in prossimità della Giornata mondiale delle comunocazioni sociali, quest'anno in programma domenica 1 giugno.
La mostra è nata da un’idea dei giornalisti Francesco Antonioli e Gerolamo Fazzini che si sono interrogati su come il giornalismo, al di là della giusta denuncia, possa anche comunicare speranza fiducia, attesa di un futuro migliore,
E proprio la speranza ha fatto da filo conduttore alle riflessioni del vescovo Tremolada, sollecitato dalle domande dei presenti, a partire dallo "stato di salute" della Chiesa bresciana che sta incontrando con la Visita giubilare. "Giunto alla metà del mio servizio alla Diocesi e l'indizione di un Giubileo dedicato alla speranza - sono state le sua considerazioni - ho ritenuto opportuno mettere in programma la Visia giubilare alle diverse zone pastorali". Quella avviata, ha ricordato il Vescovo, non è una visita "ispettiva" del Vescovo alla sua Chiesa, "si tratta invece - ha ricordato - di un cammino condiviso con cui le zone, forma della Chiesa locale nei territori, hanno potuto mettersi a confronto, dialogare, rilettere sul tempo che stanno vivendo, sulle sfide sono chiamate ad affrontare, a partire da quellla di trovare nuovi modalità per incontrare le giovani generazioni":
Mons. Tremolada ha sottolineto la serietà e la profondità con cui i presbiteri e i laici presenti nei consigli di partecipazione hanno affrontato il cammino di preparazione. "Nelle prime tappe della Visita - ha affermato - sono rimasto positivamente colpito dal clima che ho respirato incontrando preti e laici". Al Vescovo, infatti, è stato presentato un quadro dettagliato e oggettivo di ciò che è oggi la Chiesa bresciana sul territorio, una realtà ancora significativa e autorevole ma che non gira la testa dinanzi a fatiche, difficoltà e ostacoli. "L'aspetto più positivo - ha continuato - è l'avere constatato come il sentimento dominante non sia quello della rassegnazione, ma della speranza".
Questo, ha ricordato, renderà più proficuo il covegno ecclesiale diocesano dell'aprile 2026 in cui il lavoro affrontato dalla Visita giubilare dovrà portare a definire nuovi stili, nuovi modi e nuove forme di presenza della Chiesa nel territorio
I giornalisti, a pochi giorni dal Conclave che ha portato all'elezione di papa Leone XIV, non si sono lasciati sfuggire l'occasione di sentire il parere del Vescovo sulla scelta del successore di Francesco e sulla rapidità nella sua individuazione.
"Come altri milioni di persone - ha affermato mons. Tremolada - anch'io sono rimasto da principio sorpreso dalla scelta dei cardinali. Quello del Prefetto dei Dicastero per i vescovi era un nome apprezzato, ma che non era mai stato indicato tra i favoriti. Mi è bastato, però, poco per comprendere che lo Spirito aveva guidato il Conclave a scegliere la figura giusta per guidare la Chiesa universale in questo tempo storico". La semplice lettura del curriculum del card. Prevost e le sue prime parole da papa, hanno confermato al Vescovo che Leone XIV sarà figura capace di costruire nei fatti prima ancora che negli atti, quei ponti dentiro e fuori la Chiesa.
E rispetto alla possibilità di averlo presto in visita a Brescia, il vescovo Tremolada ha risposto con un sorriso: "Sarebbe bello - sono state le sue parole -. La Chiesa bresciana ha una carta importante da giocare: quella di San Paolo VI a cui Leone XIV, con quel 'Mai più la guerra' della recita del suo primo Regina Coeli dell'11 maggio, ha dimostrato di rifarsi. Speriamo...".
