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di PAOLA ZINI 06 ago 2021 09:14

Adulti: quali itinerari formativi?

Nelle parrocchie e nelle associazioni diverse sono le iniziative formative rivolte agli adulti. Queste risultano essere importanti occasioni di crescita e sviluppo personale, affinché gli adulti possano assumere consapevolezza del proprio stato, dei propri limiti, ma anche delle nuove opportunità. Nelle nostre comunità gli adulti svolgono un ruolo fondamentale, essi presidiano diverse attività, ma spesso sono incalzati dalle questioni operative. Risulta necessario offrire loro anche uno spazio e un tempo per fermarsi, secondo l’indicazione di H. Arendt “stop and think”, al fine di assumere uno sguardo riflessivo sulle proprie esperienze e pratiche. Quali itinerari percorrere per raggiungere tali finalità?

Tre mi sembrano essere i percorsi: educare all’autodeterminazione, educare alla condivisione e educare all’impegno sociale. In merito al primo itinerario, occorre aiutare a prendere consapevolezza della propria chiamata a ricercare il senso della vita e ad elaborare un progetto esistenziale. I percorsi formativi, in altre parole, devono sostenere l’adulto nel suo percorso di autodeterminazione, nel processo di auto-orientamento, scelta consapevole, progettazione esistenziale, affinché possa divenire persona libera, in grado di orientarsi in un ventaglio di possibilità. L’adulto va sollecitato a porsi la domanda “che cosa sto facendo di me?”, che sprona a porsi in termini criticamente riflessivi nei confronti delle scelte di vita intraprese. Solo ponendosi questo interrogativo l’uomo è messo nelle condizioni di effettuare una verifica dello scarto tra quanto progettato e quanto realizzato.

Il secondo itinerario conduce ad educare alla condivisione, alla convivialità, alla cooperazione, contrapponendosi al diffuso modello sociale del privatismo e dell’autoreferenzialità. Ciò nella consapevolezza che oggi più che mai l’adulto non può essere considerato come soggetto isolato ma come membro di una comunità, con cui intrattiene relazioni di interdipendenza. Vi è, in tal senso, la necessità di educare alla relazione.

Il terzo itinerario riguarda l’educazione all’impegno civile, in cui centrale è l’idea di formare cittadini responsabili. L’impegno civile presuppone sia il sentirsi coinvolti, “engaged”, sia l’assunzione di responsabilità. I tre itinerari richiamati conducono la persona al benessere esistenziale, costrutto che è correlato alla soddisfazione, alla qualità di vita, all’impegno civico, alle connessioni sociali. Tale benessere esistenziale va reso accessibile in maniera equa a tutti i cittadini, che possono così beneficiare di un futuro inclusivo e sostenibile.

PAOLA ZINI 06 ago 2021 09:14