Francesco, patrono degli ultimi
Ricordiamo Papa Francesco con la bella la preghiera che ne descrive il tratto più profondo e il programma che ne ha ispirato i gesti: "Dacci la santa audacia di cercare nuove strade // perché giunga a tutti // il dono della bellezza che non si spegne" (Evangelii gaudium).
Il Papa, che era venuto dalla "fine del mondo", ha avuto modo, negli anni del suo pontificato, di farsi voce umanissima e profetica per tutto il mondo: un Papa che ha saputo intercettare problemi e disagi del nostro tempo, richiamando alla fraternità umana e alla radicalità del Vangelo, un Vangelo dell’accoglienza e della misericordia, un Vangelo che non vive di "un Cristo senza carne e senza l’impegno con l’altro" (Evangelii gaudium); un Vangelo che fa i cristiani "pellegrini di speranza" (Indizione del giubileo) e testimoni in un mondo che vive spesso drammatici cambiamenti.
Rompere barriere, costruire ponti, incontrare gli uomini nei loro concreti bisogni, promuovere una speranza che non delude, muoversi verso un umanesimo della pace, sono le espressioni ricorrenti che descrivono i suoi insegnamenti e che encicliche, come Laudato si', e Fratelli tutti, hanno posto al centro delle grandi preoccupazioni dell’oggi, quanto alla cura della casa comune e all’amicizia sociale alla base dei rapporti anche politici tra la comunità delle nazioni.
Patrono degli ultimi e dei sofferenti, ha invitato tutti a farsi carico dei problemi degli altri. Non dimenticheremo le parole che in un’udienza ebbe a rivolgere all’MCL, e che hanno illuminato il nostro percorso di associazione al servizio del mondo del lavoro: educazione, condivisione e umanesimo del lavoro, in cui il lavoro non schiacci l’uomo, ma sia effettivamente al servizio della sua dignità. Aspetti che forniscono un programma di vasta portata, come lo può essere (per credenti e non credenti) quell’invito alla gioia a cui sollecitava l’esortazione apostolica "Gaudete et exsultate" e che voleva trasparisse sul volto di tutti.
@Foto Calvarese/Sir
