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di LUCIANO ZANARDINI 20 mag 2022 13:09

Il gusto dell'accoglienza

Rappresentano il volto bello della cooperazione che sa curvarsi per proteggere, custodire e favorire il percorso di crescita verso l’autonomia di persone che, per diversi motivi, hanno molti ostacoli da superare per poter emergere e, in alcuni casi, anche per poter affermare semplicemente di esistere. Dal dicembre 2019 dieci cooperative sociali (Alborea, Anemone, Big Bang, Clarabella, Cogess, Fraternità Impronta, La Cascina di Desenzano del Garda, La Mongolfiera, La Rete - Articolo 1 e La Rondine), su iniziativa della Fondazione ASM, si sono riunite nella rete “Brescia Buona. Il gusto dell’accoglienza”.

Raggiungono le categorie protette in un territorio ampio che va dalla Valsabbia al Lago di Garda, dalla città alla Valcamonica passando per la Franciacorta. Hanno il merito di offrire alle persone fragili opportunità di inserimento lavorativo e di inclusione. Parliamo di un coinvolgimento attivo delle fasce più deboli in progetti di ristorazione qualificati, in esperienze professionali dallo standard elevato. Alla ristorazione solidale si affianca l’accoglienza solidale (rifugi e ostelli) che favorisce, con un’ospitalità a misura di turista, la scoperta dei luoghi nel rispetto dell’ambiente circostante. Non costituiscono solo un’opportunità per chi fa più fatica, ma sono anche la dimostrazione che l’impresa può essere virtuosa e sostenibile.

Domenica 29 maggio si mettono in vetrina (bresciabuona.it) per raccontare, lì dove lavorano, storie di cultura, di cibo e di solidarietà. Attendono i visitatori in attesa poi del Brescia Buona Festival. Il welfare non è un servizio, ma è una relazione come affermano Johnny Dotti e Maurizio Regosa nel saggio “Buono è giusto. Il welfare che costruiremo insieme”. “Avere cura degli altri – scrivono – è agire un modo di stare al mondo, è una dimensione umana che tocca alcuni snodi significativi: ospitalità, autorità, dovere e responsabilità. Ma negli anni il welfare è stato istituzionalizzato, perdendo il suo senso originario. Occorre tornare a un’idea del welfare fondata sulla fiducia, sulla socialità, sulle idee di convivenza e cittadinanza”. Siamo sulla “Buona” strada.

LUCIANO ZANARDINI 20 mag 2022 13:09