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Brescia
di FABIO CORAZZINA 05 apr 2023 12:04

Passione educativa

Per l’ennesima volta vedo titoli da prima pagina che inchiodano (e mi fa male usare questo termine nei giorni della settimana santa) i nostri adolescenti alle loro fatiche. Scrivo perché coinvolto come quartiere (Fiumicello), e anche come oratorio, per ricordarmi e ricordare alcune strade che vorrei percorrere con voi.

1. La questione educativa è priorità da non sottovalutare e da non trasformare in problema di sicurezza. Quando parlo di educazione vedo come protagonisti tutti noi, adulti, e come destinatari soprattutto noi adulti, genitori ed educatori. Penso a come ci presentiamo: plurimilionari del calcio che si prendono a sberle a fine partita, potenti della terra che sbeffeggiano la legge e vengono premiati e finanziati, adulti che giustificano le guerre violente e la difesa “fai da te”, genitori ormai rassegnati al silenzio con i loro figli, insegnanti sconsolati nei progetti speciali e preti rifugiati in riti incomprensibili. Mi conoscete, non sono pessimista, ma credo che in vista della città che stiamo ripensando necessariamente dobbiamo rilanciare dei “patti sociali ed educativi territoriali”.

2. Le regole, mannaggia le regole, se non vengono interiorizzate restano una violenza alla libertà così decantata. Quali sono le regole sociali, familiari, cittadine che condividiamo davvero? Se qualcuno le calpesta, siamo pronti a intervenire per chiedere correttezza e coerenza? L’educazione e il rispetto dell’altro/a, dell’esperienza adulta, di chi ti cresce è buona cosa ma non sufficiente. E se rilanciassimo le intuizioni che la nostra Costituzione ci ha regalato? Rileggiamoci i primi 11 articoli e traduciamoli in azione educativa, sociale, politica e spirituale.

3. I luoghi e le esperienze educative provino a ritrovare anima e collaborazione per il bene di tutti. Parlo delle famiglie, degli oratori, delle scuole e di tutte le realtà che sono impegnate sui fronti diversi dell’educazione e dell’accompagnamento alla fatica di crescere e vivere. Ho la sensazione che stiamo recintando cuori e teste per stare tranquilli più che aprendo spazi e occasioni per generare futuro. Chi ha ancora voglia di una vera collaborazione e co-progettazione educativa?

4. Le seconde e terze generazioni di immigrati mostrano inquietudine (veramente non solo loro ma anche gli adolescenti “nostrani”). Alcuni paesi europei ci hanno mostrato come sia delicato il loro vivere e stancante la loro progettualità personale e sociale. Come stiamo affrontando questi ragazzi/e e le loro fatiche? ne stiamo custodendo i sogni più belli?

5. Suggerisco, umilmente, a chi cura gli organi diversi di informazione e a chi usa i social, di piantarla di descrivere i nostri ragazzi come se fossero in bianco e nero: premiati dal presidente o delinquenti. Le sfumature raccontano le storie e le vite. Rispettatele per favore, anche nelle loro fragilità e conquiste. Stanate piuttosto gli indifferenti e supponenti.

6. E poi un ultimo pensiero anche ad adolescenti e giovani cosiddetti “bravi”: ma vi state accorgendo di cosa accade ai vostri compagni di scuola, di lavoro o ai vostri amici, a chi vi abita vicino? oppure anche per voi l’orizzonte social e amicale, apparentemente globale, è semplicemente una gabbia egoista che tutela il vostro stare bene? Quando mai sapete ringraziare per tutto ciò che avete ricevuto e come state vivendo una restituzione coraggiosa, fedele, impegnata e gratuita per la fortuna di una vita serena e costruttiva? Il buon Gesù ci ricorda che la vita è seme, la difendi solo se la doni, non se la preservi a scapito di quella degli altri, o sopra la testa degli altri, o senza di loro. La vita è servizio gratuito non solo possesso e soddisfazione retribuita.

Don Lorenzo Milani ci diceva: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia". Forse è proprio questo che mi manca, che ci manca.

FABIO CORAZZINA 05 apr 2023 12:04