Piccole comunità scosse dalla cronaca nera
Il giallo di Marcheno agita la Valtrompia e conquista la ribalta nazionale. L'editoriale del n° 39 di Voce è di don Adriano Bianchi

I riflettori sono accesi e il fiato è sospeso. Il mistero delle sparizioni, la ricerca di Mario Bozzoli, il forno, sospetti, probabili ricostruzioni e moventi. Ora il ritrovamento del cadavere di Giuseppe Ghiradini a Ponte di Legno, l’operaio della fonderia tra gli ultimi a incontrare l’imprenditore scomparso. C’è n’è già per scrivere la sceneggiatura di un film. Ma la comunità come vive tutto questo? Non è difficile immaginarlo. Fatti come questi metterebbero alla prova chiunque. Forse in una grande città ci si può permettere di girare la testa dall’altra parte, ma forse non a Marcheno. La gente parla, specula, s’interroga. È giusto che in paese si rendano presenti alcune figure che per ruolo e autorità, ciascuno, nel proprio ambito, rappresentino da un lato il bisogno di chiarezza e dall’altro umanità, vicinanza, soprattutto verso chi si sente solo o smarrito.
A tutta la comunità, però, va chiesto il coraggio di non cedere alla sfiducia, allo scoraggiamento. Essere comunità, in fondo, significa anche questo: trovare la forza di superare insieme il tempo della prova. È lì che ci si può scoprire più solidali, più vicini. Certe tragedie, che pure sembrano fatti privati, suscitano domande anche sul farsi e sul modo di vivere di una comunità. Domande che possono diventare sane, che stimolano a comprendere se e come possiamo essere persone e cittadini migliori.
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