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di CLAUDIO PAGANINI 15 ott 2020 09:00

Più scuola e meno sport?

“Le cose importanti in questo momento sono altre: è il lavoro negli ospedali e l’attenzione alle nostre scuole che sono un punto fondamentale per la ripartenza del paese.” Certamente tutto vero quanto pronunciato dal ministro Speranza in seguito al boom di contagiati in ambito sportivo. Ha poi aggiunto una frase infelice: “Più scuola e meno calcio!”. E qui si scatena la tifoseria dei favorevoli e dei contrari. Come sempre ciascuno offre argomenti legati alle proprie sensibilità e come sempre nessuno ha torto e nessuna ha ragione. Proviamo a rimanere sopra le polemiche riconoscendo il positivo in un Ministro che deve prevenire ogni forma di contagio da Covid.Cerchiamo anche il positivo nella scuola, che è seme e possibilità di un futuro migliore per l’intera società.

Però non dimentichiamoci di trovare il positivo anche nel mondo sportivo: non serve demonizzare una realtà fortemente educativa. Amo spesso ascoltare dai campioni sportivi le testimonianze che educano i giovani a quel di più che la scuola non sa offrire. Pochi giorni fa il campione di tennis Nadal, dopo aver raggiunto un record mondiale, ha dichiarato: “La cosa logica è perdere; e questo lo tengo sempre a mente. Ma ho avuto persone giuste accanto a me che mi hanno sempre spinto quando necessario”. Il figlio di Michael Schumacher ha donato a Hamilton che ha eguagliato suo padre come numero di vittorie in Formula 1 un casco speciale del papà. “Grazie, apprezzo molto questo bellissimo gesto. Quando cresci guardando qualcuno che diventa un idolo per la qualità del lavoro che fa gara dopo gara, non pensi di poterlo addirittura avvicinare, figurarsi eguagliarlo, è un onore incredibile. Ringrazio molto il mio team per questo”. E poi, negli stessi giorni, lo storico capitano del Brescia calcio Marco Zambelli ha offerto una ulteriore testimonianza di sport e valori dichiarando che, deciso a smettere per i troppi infortuni, fece un viaggio a Gerusalemme nel quale non cercò ne trovò risposte ma, una volta tornato a casa, riprese con cuore nuovo l’impegno nello sport. La fede lo aveva rigenerato.

Ecco caro Ministro, il mondo sportivo è formato da uomini che domandano a se stessi di esprimere il meglio col sacrificio quotidiano. Ma è un mondo che domanda anche gioco di squadra e valori spirituali. È un linguaggio e una scuola di vita che i giovani comprendono facilmente. Sarà bene allora non mettere in conflitto i valori ma aiutare la collaborazione tra scuola e sport.

CLAUDIO PAGANINI 15 ott 2020 09:00