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di MAURO TONINELLI 05 giu 2021 12:13

Quell'abbraccio

È un abbraccio che salva. È l’abbraccio del padre che pare abbia salvato la vita al piccolo Eithan nella caduta della funivia. La forza nell’abbraccio dell’amore che salva. Eithan, 5 anni, si sta riprendendo.

Unica bella notizia di una situazione terribile. Al centro dell’agire umano pare scomparso il bene. È giunto il momento di invertire la rotta su cui sta correndo il mondo, su cui la cultura sta scivolando. I segnali sono davanti agli occhi di tutti. Si pensi alla tragedia della funivia sul Mottarone o alla scoperta dello spargimento di 150mila tonnellate di fanghi tossici sui campi coltivati in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Quei campi da cui si ricavano le materie prime degli alimenti che finiscono sulle tavole… Altro che abbraccio! La cultura del profitto e del guadagno prima di tutto, quella che spinge il senso del vivere nel monte di denaro accumulato, la cultura del “ciò che conta è quanti soldi hai”, ha trasformato, annichilito e relativizzato i valori di fondo. La ricerca del denaro ad ogni costo e al di là di ogni misura ha soffocato la tensione della coscienza per il bene.

Perché qualcuno decide di manomettere un freno di emergenza? Perché qualcuno decide di ricoprire con sostanze tossiche campi coltivati? La rincorsa al denaro oltre ogni limite, che viene propinata come unico valore del vivere, su cui giocare la propria felicità, come unica e necessaria realtà per la propria realizzazione, ha spento ogni valore antropologico. Il bene e il male sembra non contino più.

Ciò che conta è il conto: più è vasto, meglio è. È solo in quest’ottica che si possono leggere alcune azioni. È solo dentro questo orizzonte che si può ammettere il fatto di porre in secondo piano la vita delle persone. Ed è contro questa visione che ci portano le braccia di quel padre. Siamo in un terreno che va oltre la legge. Non che non si debba rispondere alla legge, ma prima ancora di questo, o forse più in profondità, ci si trova su un piano che interpella l’uomo, che lo invita ad essere responsabile. In crisi non c’è solo l’economia. Prima di tutto in crisi sono quegli ambienti e quelle relazioni che offrivano alla coscienza di ciascuno i valori del vivere. Non per dire che i soldi non servano, ma per porli nella giusta dimensione valoriale e ridare vita a quella capacità morale della coscienza di distinguere bene e male. L’alternativa? Viste le prime avvisaglie, si spera di non vederla ma di riscoprirsi esseri umani in un caldo abbraccio.

MAURO TONINELLI 05 giu 2021 12:13