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di MAURIZIO TIRA 17 apr 2025 10:47

Verità e libertà

È simbolicamente rilevante che la protesta degli studenti serbi, che prosegue da mesi, sia sfociata in un “Editto degli Studenti”, in una grande manifestazione di piazza tenutasi nella città serba di Naissus (oggi Niš), ove nacque Costantino I, autore, nel 313, dell’Editto di Milano, che permetteva la predicazione libera del cristianesimo. Scaturita dalla tragedia che ha colpito Novi Sad il 1° novembre 2024, quando la tettoia della stazione ferroviaria recentemente rinnovata è crollata, uccidendo 15 persone e ferendone gravemente due, l’ondata di protesta in tutta la Serbia ha dato vita ad un movimento. Le richieste degli studenti, cui si sono aggregati molti cittadini, vertono sulla giustizia, la trasparenza e, significativamente, l’aumento degli stanziamenti di bilancio per le università. Nel preambolo dell’Editto di Milano, Costantino e Licinio “fra gli altri provvedimenti che sembrarono per molti riguardi conformi al bene della comunità”, decisero affinché fosse consentito ai Cristiani e a tutti gli uomini la libertà di seguire la religione che essi volevano. La libertà religiosa assunta a simbolo della libertà tout court. Il richiamo ad un Editto che ha trasformato il mondo esprime la voglia di una società nuova. Una richiesta che si leva in molte parti del mondo da parte dei giovani, dalla Serbia, alla Turchia, alla Georgia e, incredibilmente fino a pochi mesi fa, agli Stati Uniti d’America. Gli studenti chiedono, forse ancora indistintamente e forse senza una proposta organica, di conquistare finalmente o perlomeno di mantenere la libertà, quella possibilità di sognare il proprio futuro in un mondo migliore, condizione necessaria per la crescita di società mature. Un futuro che trova nell’istruzione universitaria (che pure sappiamo non essere ancora, purtroppo, per tutti) un altro potente simbolo di emancipazione. Nella stessa linea, la risposta del presidente dell’Università di Harvard alle recenti richieste irricevibili di due funzionari del Governo federale degli Stati Uniti, che minacciano il taglio di risorse, prendendo a pretesto l’insufficiente sforzo nel contrasto all’antisemitismo da parte dell’Università. Ebbene, il Rettore risponde invocando il motto di Harvard “Veritas”, quale unica guida: “Cercare la verità è un viaggio senza fine che richiede di essere aperti a nuove informazioni e prospettive diverse, di sottoporre le nostre convinzioni a un esame continuo e di essere pronti a cambiare idea. Ci costringe ad assumerci il difficile compito di riconoscere i nostri difetti in modo da poter realizzare la piena promessa dell’Università”. Verità e libertà, o meglio “... la verità che vi farà liberi” (Gv 8,32).

MAURIZIO TIRA 17 apr 2025 10:47

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