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Brescia
di ANTONIO MOLINARI 27 nov 2020 10:17

Vivere l’economia come vocazione

The Economy of Francesco, l’evento internazionale appena concluso al quale hanno partecipato oltre 2.000 giovani ricercatori, imprenditori e decision makers under 35 oltre ad altre migliaia collegati in streaming, non è “solo” l’economia di papa Francesco. È l’economia di Francesco d’Assisi, il figlio del nobile mercante di stoffe, che si spogliò di tutte le ricchezze materiali per ricercare il bene immateriale della fraternità. Fraternità con la natura, fraternità con le persone più povere. Queste parole Papa Francesco le ha fatte sue nei tre documenti principali, l’Evangelii Gaudium, la Laudato si’ e la Fratelli tutti, con l’appello ad ascoltare il grido della terra e dei poveri vivendo l’ecologia integrale. Il Papa chiede di “narrare una nuova economia perché quella attuale è malata in termini di accesso alle risorse in condizioni di equità e di tutela ambientale” e sollecita la creazione di un modello economico differente. L’invito che è stato rivolto ai giovani è quello di riscoprire la propria vocazione di ricercatori ed economisti per avviare, “un processo di cambiamento globale affinché l’economia di oggi e di domani sia più giusta, fraterna inclusiva e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro”. Tra i giovani che hanno raccolto la chiamata ci sono anche 10 bresciani ai quali si aggiungono molti altri che hanno partecipato agli eventi locali (hub territoriali) tra cui spicca l’evento “Ingegniamoci per il Futuro” dello scorso 20 febbraio a Palazzo Loggia. I giovani bresciani hanno portato in alcuni dei 12 luoghi di incontro, chiamati “villaggi” – purtroppo virtuali per l’emergenza sanitaria che si è però rivelata essere occasione moltiplicatrice di eventi e relazioni – una serie di idee e di proposte emerse dai tavoli tematici dell’evento cittadino. Nella tre giorni online, i giovani hanno parlato con premi Nobel economisti, filosofi ed esperti ai quali sono stati presentati i risultati generati dai lavori dei 12 villaggi.

Economy of Francesco è diventato un processo di ricerca dal basso per contrastare modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche simili che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale. Non ci sono state “lezioni accademiche” ma un vero e proprio dialogo, un’alleanza, per cercare di riparare insieme la nostra casa comune. Ad esempio il prof. Sachs, commentando la proposta del Child Flourish Index, un indice per valutare il benessere dei bambini, ideato dal villaggio Policies and Happiness ha aperto le porte del suo Network per lo Sviluppo sostenibile. Oppure il prof. Magatti, intervenendo sul tema della generatività sociale e della cura rileva che “la pandemia ci ha fatto capire l’interdipendenza: è il tempo di abbattere i muri dell’individualismo e stringere un patto per lo sviluppo integrale”. Grazie ai momenti “a tu per tu con san Francesco”, opportunità spirituali sulle orme del poverello di Assisi, anche in modalità online è stato possibile ogni giorno tornare all’anima dell’economia francescana da cui attingere per “allargare gli orizzonti”. Nel suo messaggio finale il Papa ha consegnato un metodo di lavoro: “Avviare processi, tracciare percorsi, creare appartenenze”. Con Economy of Francesco si è avverata la profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente, nel segno di quello sviluppo umano integrale di cui San Paolo VI è stato precursore. È una profezia che si manterrà viva grazie al lavoro dei 12 o forse più villaggi dei prossimo mesi e durerà almeno un altro anno. Il “patto” siglato dai giovani con papa Francesco è infatti quello di ritrovarsi in presenza, si auspica, ad Assisi nel novembre 2021. Nel frattempo i giovani, anche quelli bresciani, si ingegneranno per “ri-animare” l’economia facendosi carico di un impegno individuale e collettivo e coltivare insieme il sogno di un nuovo umanesimo integrale, nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa.

ANTONIO MOLINARI 27 nov 2020 10:17