Gaza: il suono assente delle campane

Domenica sera 27 luglio si è “rotto il muro di silenzio su Gaza”. L’iniziativa, partita da alcuni esponenti della cultura di “Ultimo giorno di Gaza”, ripresa da Pax Christi e rilanciata da altre personalità tra le quali il card. Zuppi, prevedeva Flash mob ovunque si riuscisse ad organizzarli, con rumori provocati da pentole, strumenti musicali ed altri oggetti che rompessero simbolicamente il silenzio su quanto sta avvenendo a Gaza. Nello stesso momento si proponeva il suono delle campane di palazzi comunali e di chiese.
Ero presente in Largo Formentone all’iniziativa organizzata a Brescia e, mentre suonavo un campanaccio, ho fatto qualche giro in mezzo alle persone che riempivano la piazza rompendo il silenzio con ogni tipo di oggetto. Pensavo di incontrare un po’ di persone del mondo associativo cattolico che, data la mia pluridecennale presenza in questo mondo, conosco personalmente. La mia delusione è stata molto forte: pressoché nessuno! Alle 22, orario previsto per il suono delle campane, mi sono allontanato dal luogo del rumore per fare un largo giro da via S. Faustino a corsetto S. Agata passando per piazza Duomo e piazza Loggia: spero di essermi sbagliato, ma non ho sentito una sola campana. Mi auguro che abbiano suonato tutti i campanili delle chiese periferiche. Può anche essere che l’informazione dell’iniziativa non sia giunta ovunque. Mi sono però posto una domanda: cosa stanno facendo i cattolici laici ed i presbiteri per dare voce e concretezza alle parole chiare ed inequivocabili pronunciate da papi, vescovi, cardinali sull’eccidio che si sta consumando a Gaza ed in generale per essere (beati) costruttori di pace nella realtà concreta di un mondo lacerato da 56 conflitti e per non accontentarsi di essere fedeli che implorano con la preghiera l’intervento diretto di Dio che porti miracolosamente pace nel mondo? Una risposta me la sono data, ma purtroppo piuttosto pessimistica
