Torre dei Conti: si piange sul latte versato
Il rovinoso crollo della Torre dei Conti, a distanza di 12 secoli dalla sua costruzione nel cuore della Città Eterna, ha comportato la morte di un operaio romeno, rimasto sepolto per ben 11 ore sotto le macerie.
Questa ennesima tragedia su un luogo di lavoro, avvenuta contemporaneamente a 4 analoghi incidenti mortali verificatisi nel nostro Paese, mi spinge a fare alcune riflessioni. La prima riguarda l'età anagrafica dell'operaio deceduto nel crollo della torre, pari a 66 anni, una vera e propria aberrazione per un lavoro talmente usurante! La seconda si riferisce invece alla qualificazione ed all'esperienza professionale del direttore dei lavori, in primis, nonché della squadra dallo stesso coordinata, in secundis. Erano tutti questi signori in possesso di competenze professionali adeguatamente certificate in merito alla loro effettiva capacità di operare sul patrimonio storico-architettonico ed artistico? Quali e quanti, inoltre, i controlli di staticità del monumento eseguiti prima dell'inizio e nel corso dei lavori ad opera del direttore del cantiere e dei tecnici a ciò preposti?
Ovviamente sarà l'Autorità Giudiziaria ad accertare tutte le responsabilità connesse a questo tragico evento. Mi sia tuttavia consentito di sperare che lo stesso non affondi ancora una volta le proprie radici nella perversa logica di un incomprensibile, ingiustificato risparmio sulle opere pubbliche, con particolare riferimento alla sicurezza dei lavoratori coinvolti nella realizzazione delle stesse.
Spes Ultima Moriens!