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Panmunjom
di REDAZIONE 27 apr 2018 08:14

Nuova storia di pace tra le due Coree

Questa mattina (alle 2.30 italiane) lo storico vertice tra Kim Jong Un (Corea del Nord) e Moon Jae-In, presindente sudcoreano. Le attese delle principali religioni del Paese espresse dal presidente della Conferenza coreana delle religioni per la pace, mons. Hyginus Kim Hee-joong

La stretta di mano storica tra Kim Jong-un e Moon Jae-in (nella foto ANSA/AP) alle 9:30 (le 2:30 in Italia) a cavallo della linea di demarcazione del villaggio di Panmunjom, è stato il primo gesto simbolico del terzo summit intercoreano. La speranza del mondo intero, oltre a quella dei due Paesi interessati, è che possa dare vita a una "nuova storia dei rapporti" “cementata” dalla auspicata (dal Sud) denuclearizzazione. Kim Jong Un ha raggiunto il confine avendo al fianco i collaboratori chiave.

Ha camminato verso lo stretto corridoio che separa i due edifici dei meeting, noti come T2 e T3, nella Joint Security Area (Jsa). Il presidente della Corea del Su Moon Jae-In lo ha atteso sorridente sul cordolo di cemento che segnala il confine: i due hanno posato per i flash dei fotografi a immortalare l'evento. Kim, primo leader della famiglia al potere da circa 70 anni a calpestare il territorio sudcoreano, ha a sorpresa sollecitato Moon a riattraversare il confine, cosa fatta tenendosi per mano.

Pochi secondi dopo, i due sono tornati al Sud incamminandosi sul tappeto rosso, dietro la guardia presidenziale sudcoreana in costume tradizionale.

Alla Peace House, luogo scelto per i negoziati, si è tenuta la cerimonia di benvenuto e i due leader hanno passato in rassegna il picchetto d'onore e presentato le rispettive delegazioni. "Una nuova storia adesso, a un punto di partenza della storia di una nuova era di pace", recita l'intero messaggio scritto da Kim sul libro degli ospiti. Kim ha auspicato colloqui "franchi" sulle questioni della penisola, "non sprecando tempo e occasione" offerti per ottenere "buoni risultati”. Moon, da parte sua, ha ricordato che "il mondo guarda a Panmunjom", diventato "simbolo di pace, non di divisione. A seguire nuovi colloqui, la firma della dichiarazione congiunta e la cena finale offerta da Moon.

In occasione del Summit inter-coreano e di quello tra la Corea del Nord e Stati Uniti che si terrà in maggio, i leader delle 7 principali religioni del Paese hanno lanciato un appello comune a tutti gli attori impegnati sul campo perché “la penisola coreana, una volta arena di rivalità tra i superpoteri, possa trasformarsi in una terra di pace e dialogo”. È quanto si legge in un comunicato della Conferenza coreana delle religioni per la pace (Kcrp), firmato dal presidente mons. Hyginus Kim Hee-joong, arcivescovo di Gwangju e presidente anche dei vescovi coreani. I leader religiosi si sono rivolti ai governi sud coreano e nord coreano chiedendo loro di “sfruttare questa opportunità per porre fine alla divisione e rompere le catene che hanno legato e limitato questa terra per oltre settanta anni”.

A Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone hanno chiesto, invece, di sostenere “i vertici e tutti i passi per la pace in futuro”. Vertici che sono stati anticipati da un “annuncio a sorpresa” fatto nei giorni scorsi dal leader nordcoreano Kim Jong-un. “Siamo in una nuova fase della storia”, ha detto.

“La Corea del Nord non effettuerà più test nucleari e missilistici”. “Sono parole importanti – è stato il commento -  per il futuro della penisola della Corea e un annuncio storico. Tutti noi vescovi e la Chiesa cattolica in Corea accogliamo questa notizia”.

Ma ci si può credere?

Le parole di Kim Jong-un sullo stop ai testi nucleari sono un gesto significativo per la pace della penisola coreana. Le sue parole sono legge nella Corea del Nord. Alcuni hanno dubbi sul suo annuncio, però io voglio crederci. Penso che Kim Jong-un voglia avere la prerogativa di ogni iniziativa in questa fase. Cioè, “lo stop ai test nucleari” in Corea del Nord non dipende dal controllo dagli Stati Uniti, ma è strettamente legato ad una sua personale decisione.

Che cosa significano per voi questi summit? Che cosa vi attendete?

Spero che questi due incontri storici possano aprire una storia di pace non solo per la penisola coreana, ma anche per tutta l’area asiatica. E possano anche essere una pietra miliare per la pace nel mondo.

La nostra speranza è che possa cessare una storia di conflitto e contrasto che è durata 70 anni ed ha diviso un Paese dove il suo popolo ha un’unica lingua, appartiene a una sola cultura, condivide una storia comune da oltre 2.000 anni. Se noi abbandoniamo la speranza della pace, questa speranza non potrà mai essere realizzata, perché la speranza termina se viene abbandonata, ma non per fallimento.

Ha parlato con Papa Francesco di questi nuovi sviluppi? In quale modo la Chiesa cattolica segue questi incontri? Si è parlato di un personale coinvolgimento del nunzio apostolico, è vero?

Sì, ogni volta che ho avuto un’udienza con il Santo Padre Francesco, gli chiedevo la preghiera e l’aiuto per la pace della penisola coreana e il Santo Padre li ha sempre assicurati. La Chiesa cattolica in Corea sta pregando il Signore per la riconciliazione della penisola coreana e la Conferenza episcopale coreana sta lavorando con altre organizzazione per gli aiuti umanitari. Specialmente la Caritas è coinvolta molto attivamente e la Corea del Nord ha molta fiducia nella Caritas. La Chiesa cattolica in Corea, ogni giorno alle 21, sta pregando il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre e in molte parrocchie si stanno facendo raccolte di denaro per il futuro della penisola coreana unificata. Anche il nunzio apostolico appoggia molto il lavoro per la riconciliazione e la pace con la Corea del Nord. Spero che possa visitare la Corea del Nord in un futuro prossimo.

Si può dire che la riconciliazione del popolo coreano oggi è più vicina?

In generale non ci sarebbe motivo di conflitto tra i popoli del Nord e del Sud Corea. Penso che la riconciliazione del popolo coreano oggi è più vicina specialmente dopo i giochi olimpici invernali dello scorso febbraio in Corea del Sud dove abbiamo potuto godere degli spettacoli culturali, dell’arte della danza e della musica, tipici sia nella Corea del Sud e del Nord. Vi chiedo di pregare per il successo di questi summit.

REDAZIONE 27 apr 2018 08:14