lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di PAOLA ZINI 09 dic 2022 12:26

Apprendere dalla vita

Al giorno d’oggi sembra prevalere l’idea che abbiamo bisogno di un corso per imparare ogni cosa. Quindi, possiamo svolgere un corso per apprendere la funzione genitoriale, un corso per gestire le relazioni, un corso per essere più efficienti sul lavoro… Se davvero fosse così, dovremmo intenzionalmente partecipare ad attività formative ogni giorno per imparare a vivere. Sappiamo bene che questo non è possibile e spesso il rischio è di percepirci inadeguati, non all’altezza, non in grado di gestire situazioni. Allora la soluzione può essere quella di rivolgerci ad un esperto, a un vademecum, ricercare una ricetta, un decalogo che ci dica come è giusto comportarsi.

È opportuno, invece, riconoscere che, accanto ad un apprendimento formale, istituzionalizzato, intenzionale, vi è anche un apprendimento informale. Esso riguarda le attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia, al volontariato o al tempo libero, dalle quali impariamo. Spesso si rischia di essere molto focalizzati sull’apprendimento formale, trascurando le competenze acquisite in altri contesti. L’apprendimento dalla vita avviene al di fuori e l’oltre l’aula di formazione. La situazione di apprendimento è la vita stessa e risulta apparentemente senza meta, senza pianificazione e senza maestro. Il corso di studi, se così si può chiamare, è la biografia personale. Esso non è strutturato in termini di obiettivi, tempo o supporto all'apprendimento; può essere intenzionale, ma, nella maggior parte dei casi, non lo è; si realizza in un contesto non formalmente riconosciuto, non prioritariamente predisposto per l’apprendimento. In altre parole, esso è il processo di formazione continuo attraverso il quale ciascuno acquisisce valori, attitudini, abilità e conoscenze tramite l'esperienza quotidiana.

Un'area atipicamente ampia in cui è possibile promuovere l'apprendimento informale comprende spazi pubblici come musei e biblioteche, ambienti religiosi, organizzazioni sportive, di volontariato e centri culturali. Per sua stessa natura, l'apprendimento informale non può essere implementato deliberatamente. E’, tuttavia, possibile pianificare le condizioni favorevoli alla sua promozione, ad esempio riconoscendone i risultati e creando una cultura dell'apprendimento pubblico per renderlo un evento leggero e divertente.

Ciò che è importante è rendere visibili questi apprendimenti, queste conoscenze che nascono dall’esperienza della nostra quotidianità, in modo che la persona possa assumerne consapevolezza.  In questo modo il soggetto si percepirà come in grado di, vedrà riconosciute e valorizzate le sue esperienze, le sue conoscenze e competenze. Non dipenderà, dunque, da un esperto, ma sarà autonomamente in grado di affrontare e gestire i problemi e le difficoltà che inevitabilmente si troverà a sperimentare nei diversi contesti di vita. Dunque, è nella pratica e nelle relazioni che l’apprendimento trova il suo fondamento: occorre, in questo senso, ridare dignità e valore alle interazioni educative tra adulti, percorrendo una via relazionale, antidoto al rischio della chiusura e dell’isolamento.

PAOLA ZINI 09 dic 2022 12:26