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di ROMANO GUATTA CALDINI 29 ott 2015 00:00

Arriva il funerale "bio"

Un uovo al posto della cassa. La capsula è messa a dimora come un seme nella terra; sopra di essa viene lasciato un cerchio di terra ribassato. Al centro di questo è piantato un albero

Il giorno dedicato alla Commemorazione dei defunti si avvicina e sui social network fanno capolino le nuove proposte riguardanti le sepolture alternative. C’è una vasta gamma di scelta: dalle ibernazioni passando dal lancio delle ceneri nello spazio si è arrivati al “funerale bio”. Un uovo biodegradabile al posto della cassa, un albero in sostituzione della lapide. È quanto auspicato da due designer italiani. Il progetto si chiama “Capsula mundi” ed è nato “per promuovere la creazione di cimiteri verdi nel nostro paese”, scrivono gli ideatori. Già, il famigerato danno ambientale arrecato dai cimiteri...

Sarcasmo a parte, cosa propongono? “Capsula Mundi – continuano – è un contenitore con una forma arcaica e perfetta, quella dell’uovo, realizzato con un materiale moderno – la plastica di amido – nel quale il corpo del defunto viene disposto in posizione fetale”. La capsula “è messa a dimora come un seme nella terra; sopra di essa viene lasciato un cerchio di terra ribassato. Al centro di questo è piantato un albero la cui essenza viene scelta in vita dal defunto e sarà cura dei parenti e degli amici seguirne la crescita. Il cimitero assumerà dunque un nuovo aspetto, un nuovo luogo deputato al culto dei progenitori: un bosco sacro”.

Non mi sembra vi sia altro da aggiungere. Sinceramente – senza aprire contenziosi fra credenti e non, fra cultori della New age o amici dei folletti – rispetto a quanto proposto preferisco più semplicemente attenermi alla tradizione: “Per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti è consuetudine andare in processione al Cimitero e in tale occasione benedire le tombe”, indica, non a caso, il Benedizionale di Rito Romano. Tombe, quindi, non uova, querce o faggi. Sarà perché forse sono un po’ bigotto, o perché credo nella “resurrezione delle carne” e rispetto a questa un albero è ben poca cosa, ma a ricordare i miei defunti fissando un tronco proprio non mi ci vedo.
ROMANO GUATTA CALDINI 29 ott 2015 00:00