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di MAURO TONINELLI 15 lug 2015 00:00

Caron... Ciclonio!

Quando il meteo prende i nomi dal classico e dalla storia

Una volta era Caron Dimonio, tanto per citare Dante, ora è Caron Ciclonio.
E sulla “nauta” con cui trasporta le anime nell’inferno sta portando l’Italica terra in un meriggio che tocca i 40 gradi, con alcuni gironi in cui le anime avranno il desio come liberazione dei 40, tanta l’arsura in quelle zone parrà più alta.

Per gioco e per costume, strizzando l’occhio alla cultura classica che segna l’italica sapienza e formazione, ecco che continua la moda di chiamare per nome le perturbazioni o gli anticicloni iniziato lo scorso anno. Con un distinguo ben preciso: le perturbazioni che portano fresco e pioggia hanno un nome femminile, gli anticicloni, che portano caldo, hanno nomi maschili.

Un gioco che accende l’interesse e l’intelletto di un popolo che ha scoperto, ormai da tempo, la passione per il meteo, vuoi perché è quell’argomento che serve per rompere il ghiaccio, vuoi perché così sai cosa dire anche con chi, in fondo, non avresti nulla di cui parlare e vuoi per quella cosa, del tutto italiana, di appassionarci al meteo perché ogni volta lanciamo un allarme. E se possiamo anche dare un nome a questo allarme meglio. E se il nome ha a che fare con un personaggio storico o classico che per elasticità mentale ci porta a rendere ancora più profonda la percezione dell’evento atmosferico, allora andiamo a nozze. Per capirci: chiamare un anticiclone che porta caldo, molto caldo, Luca è una cosa, chiamarlo Nerone assume ovviamente altra connotazione, ammesso che ci si ricordi che Nerone ha bruciato Roma. Vale anche per Scipione o Minosse (si ripassi la storia e la letteratura classica…).

E poi ti ritrovi che qualche anticiclone ha persino la fortuna di tornare per scaldare la nostra estate, proprio come Caronte che, non contento del caldo del 2013, “ecco verso di noi venir per nave un vecchio… gridando ‘Guai a voi, anime prave!’” (Inferno III 82, 84), colui che “intorno ali occhi avea di fiamme rote … con occhi di bragia” (Inferno III 99, 109). E il caldo che arriva non può essere certo tiepido se giunge dalle porte dell’inferno.
In attesa di Beatrice e il suo fresco, anch’essa già passata nel 2013.
E Dante non potrebbe essere certo più contento!
MAURO TONINELLI 15 lug 2015 00:00