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di MAURILIO LOVATTI 26 nov 2015 00:00

Creato, numeri su cui riflettere

La pubblicazione della classifica degli ecosistemi urbani compilata da Legambiente non lascia tranquilli: Brescia è al 79° posto (su 104 capoluoghi) ed è risalita solo di un posto rispetto allo scorso anno...

La pubblicazione della classifica degli ecosistemi urbani compilata da Legambiente non lascia tranquilli: Brescia è al 79° posto (su 104 capoluoghi) ed è risalita solo di un posto rispetto allo scorso anno. È pur vero che la classifica non è del tutto attendibile, poiché non sono stati computati gli indici delle energie rinnovabili e il tasso degli incidenti stradali, ma la situazione rimane grave e preoccupante.

Le criticità più rilevanti riguardano l’inquinamento dell’aria e in particolare le emissioni pericolose, come il biossido d’azoto e le polveri sottili, dove Brescia è al 74° posto in Italia e quindi tra le più inquinate e pericolose per la salute. L’altro indice molto negativo è la raccolta differenziata dei rifiuti, dove Brescia è ferma al 37,1% (66° posto). Ancora peggio va per la produzione di rifiuti, poiché con 705,3 kg annui per abitante siamo addirittura al 91° posto! Ci sono anche degli indicatori incoraggianti: Brescia è al primo posto tra le città medie per il trasporto pubblico, per il numero di passeggeri trasportati in rapporto agli abitanti.

Buona anche la presenza di piste ciclabili (23° posto) e la moderata dispersione d’acqua nella rete idrica (29° posto), anche se il consumo d’acqua per abitante rimane molto alto, pari a 177 litri al giorno per persona. Non si può negare che negli ultimi anni ci sia stata una significativa inversione di tendenza nelle politiche ambientali, soprattutto rispetto alla grave inerzia del periodo 2008-2013. In particolare sono partiti i primi lavori di bonifica dei suoli inquinati da Pcb, è stato risolto il grave problema del cromo esavalente (cancerogeno) che era presente nell’acqua potabile in misura preoccupante per la salute e infine sono state dimezzate le aree edificabili, riducendo il consumo di suolo. Ma per spiccare un deciso salto in avanti in classifica non basta certo l’impegno degli enti locali. È necessario che tutti noi cittadini ci sforziamo di condurre uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente in tante piccole scelte quotidiane, come riciclare più accuratamente i rifiuti solidi urbani o usare meno l’automobile, preferendo la bicicletta o i mezzi pubblici.

È auspicabile in questa direzione un serio impegno educativo, da parte non solo delle scuole e delle famiglie. Anche le comunità parrocchiali sono chiamate ad uno sforzo educativo, proprio sulla base della recente enciclica Laudato si’, lodata e apprezzata da tutti, ma che rischia di rimanere inattuata anche nelle comunità ecclesiali.
MAURILIO LOVATTI 26 nov 2015 00:00