Discorsi da marziani
Le parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Leone XIV si sono scambiati durante la visita al Quirinale potrebbero essere usate dalla Settimana Enigmistica come gioco, uno di quelli in cui devi trovare le differenze: di solito alcune sono evidenti, ma qui è impossibile trovarne una. Temi speculari, tono amichevole, preoccupazioni sul futuro condivise, citazioni perfette l’uno dell’altro, nessun motivo di divisione, solo tanta speranza nel cuore e sfide nitide: pace, preoccupazione per i poveri, attenzione educativa. È difficile, paradossalmente, decidere se questa situazione sia positiva o negativa: da una parte è decisamente bella, perché testimonia la relazione tra Stato e Chiesa Cattolica ad un livello di reciprocità e di comprensione ai massimi storici; abbastanza inquietante perché la domanda che può sorgere, guardando la platea politica che li ascolta, è se stanno parlando in marziano perché sembra che vadano persino d’accordo, cosa rara e poco di moda, ma che testimonia quanto la normalità che si costruisce nei rapporti quotidiani tra istituzioni sia sia davvero un’ossatura che tiene in piedi tutti.