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di PAOLA ZINI 03 dic 2025 15:48

Violenza di genere: educare al rispetto

Il 25 novembre è stata celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In tutta Italia si sono svolte numerose iniziative che hanno acceso i riflettori su cronache diventate, purtroppo, di ordinaria follia. È drammatico dover definire “ordinaria” la violenza di genere, come se fosse un fenomeno sistemico e radicato nella cultura del nostro tempo. Gli episodi di femminicidio – impressionanti per numero e per brutalità – continuano a susseguirsi nelle pagine dei quotidiani, negli atti processuali, nei telegiornali e nelle trasmissioni televisive. L’indagine condotta dall’Istat, denominata “Sicurezza delle donne”, rileva che sono circa 6 milioni e 400mila (il 31,9%) le donne italiane dai 16 ai 75 anni di età che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita (a partire dai 16 anni di età). Il 18,8% ha subìto violenze fisiche e il 23,4% violenze sessuali; tra queste ultime, a subire stupri o tentati stupri sono il 5,7% delle donne. Spesso la violenza maschile è riconducibile a due cause: gelosia e desiderio di esclusività, espressioni della volontà di controllo, di dominio e possesso dell’uomo sulla donna.

Meritevoli di attenzione sono le ricerche che mostrano quanto i comportamenti violenti siano presenti nelle relazioni sentimentali dei teenager, soprattutto messi in atto come aggressività indiretta. Il bisogno di controllare l’altro, la continua ricerca di sicurezza, di conferme e di rassicurazioni ci obbliga a non trascurare il fenomeno della violenza agita nelle coppie di adolescenti, dato che si rivela essere significativo rispetto alla percezione dell’adulto. Fondamentale è attivare strategie di prevenzione in differenti contesti, dalla famiglia alla scuola, all’università, alle istituzioni culturali extrascolastiche, agli spazi pubblici, che potenzino le capacità emotive e cognitive tese a promuovere un pensiero per la differenza, un habitus mentale aperto al confronto, all’incontro e al dialogo. L’azione di prevenzione deve articolarsi in percorsi educativi volti all’esplorazione, all’identificazione e alla messa in discussione dei modelli di relazione convenzionali, degli stereotipi di genere e dei meccanismi socio-culturali di minimizzazione e razionalizzazione della violenza. È fondamentale educare al rispetto e a relazioni fondate sulla libertà e sulla responsabilità: legami che non annullano l’altro, non lo rendono dipendente, né mirano a fonderlo in sé, ma che, al contrario, gli permettono di realizzarsi e di esprimere appieno la propria specificità e diversità.

PAOLA ZINI 03 dic 2025 15:48