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di ADRIANA POZZI 05 nov 2015 00:00

Ecumenismo: creato al centro

La sensibilità ai temi della custodia del creato e dell’ambiente raccoglie da tempo grande l’attenzione di tutte le Chiese cristiane, a partire dal 1983 quando, a Vancouver, il Consiglio ecumenico delle Chiese ha dedicato i lavori anche alla salvaguardia del creato

La sensibilità ai temi della custodia del creato e dell’ambiente raccoglie da tempo grande l’attenzione di tutte le Chiese cristiane, a partire dal 1983 quando, a Vancouver, il Consiglio ecumenico delle Chiese ha dedicato i lavori anche alla salvaguardia del creato; negli anni successivi, da Basilea a Graz, l’interesse si è consolidato: è del 1989 la celebrazione, da parte della Chiesa ortodossa, della prima Giornata di preghiera per l’ambiente. Oggi la presa di coscienza si è ulteriormente approfondita e la recente enciclica di papa Francesco Laudato si’ ha offerto un’occasione preziosa di riflessione e di impegno comuni, in quanto questi temi sollecitano una presa di coscienza sempre più attenta dei problemi e un’assunzione decisa di responsabilità da parte dei cristiani.

Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, chiamato il “patriarca verde” per la sua passione verso i temi ecologici, è impegnato, in modo coraggioso ed esemplare, come ha riconosciuto anche papa Francesco, sul fronte del rapporto indispensabile tra ecologia e spiritualità, sottolineando continuamente che la soluzione dei problemi non sta in qualche legge, in qualche generico programma politico o, peggio, in qualche pia esortazione morale, ma in una dimensione più profonda che abita dentro l’uomo. E il responsabile dei temi ambientali della Church of England assieme al primate della comunione anglicana del Sud Africa, ha espresso grande riconoscenza a papa Francesco per il forte richiamo a prendersi cura della creazione e per l’invito a riflettere in quanto “quali che siano le difficoltà scientifiche, economiche e politiche, si tratta di un problema spirituale”.

Non basta più, infatti, essere consapevoli che esiste un legame tra l’azione esterna dell’uomo e l’ambiente che lo circonda, ma bisogna andare oltre e avere il coraggio di legare la realtà ecologica con ciò che l’uomo pensa e matura nel suo cuore, con le scelte morali di fondo, che impegnano a una vera conversione degli stili di vita e non solo all’applicazione di misure concrete, ma estemporanee o a termine. Così il grande respiro dell’enciclica costituisce per tutti i cristiani un appello perché la “casa comune” sia difesa e salvaguardata con quell’ecologia integrale che va oltre gli interessi di parte e che ci consenta ancora di leggere “ il libro sacro le cui lettere e sillabe sono gli elementi del creato” come ha scritto, nel VII secolo, Massimo il Confessore.
ADRIANA POZZI 05 nov 2015 00:00