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di CAMILLO FACCHINI 07 lug 2016 00:00

Europa. I mille dubbi della Brexit

Per capire fino in fondo la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione Europea forse occorre riandare ad un titolo del Daily Telegraph del 1929 che pare una battuta di Oscar Wilde, quando invece è lo specchio reale di come la pensano gli inglesi.

Per capire fino in fondo la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione Europea forse occorre riandare ad un titolo del Daily Telegraph del 1929 che pare una battuta di Oscar Wilde, quando invece è lo specchio reale di come la pensano gli inglesi. “Tempesta sulla Manica, il Continente è isolato” scriveva il quotidiano, testimone della “pancia” degli inglesi. E non occorre ripensare ai tragici giorni della guerra delle Falkland nel 1982, quando la task force del Regno decise di andare a riprendersi le isole che la giunta del generale argentino Gualtieri aveva deciso di invadere. E se il titolo del Daily era lo specchio dell’alterità, la missione inglese nel sud dell’Atlantico era un diritto e tutti e due alimentano il “British way of life” (via di vita britannica), dentro il quale ci sta un poco di ex grandeur imperiale, l’orgoglio di esser isolani, quello di esser bravi soldati (poche le guerre perse) e nel caso della Brexit il voto di molti cittadini impreparati sulla materia.

Cosa succederà ora? La Borsa italiana ha traballato due giorni e poi si è rimessa in carreggiata (pur sempre senza certezze), per il resto si tratta di attendere. Dopo il leave, gli scenari sono numerosi: per attivare l’uscita della Gran Bretagna occorrerà applicare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona e serviranno due anni per dirimere questioni finanziarie e pratiche come gli accordi commerciali, ma potrebbero diventare anche cinque e l’exit potrebbe scattare dopo un accordo globale tra Ue e Gb (scenario costoso per l’Ue, questo, perché potrebbe fare da volano su altri paesi dell’Ue euroscettici); il referendum della scorsa settima a non è vincolante e il Parlamento inglese –magari dopo nuove elezioni – potrebbe non tenerne conto. E poi: una volta fuori, fuori davvero? Macché: i giuristi al di là del Canale sono convinti che potrebbe anche esserci una ritrattazione, quindi un divorzio “minacciato”...

Come diceva il “grande timoniere” (per chi gli credeva) Mao … grande è la confusione sotto il cielo e dentro questa confusione c’è la Scozia, che pare non volerne sapere di lasciare l’Ue, c’è chi pensa che l’esito del referendum potrebbe diventare solo una leva nelle trattative tra Ue e GB, c’è, addirittura, chi crede che la Gran Bretagna potrebbe chiedere di tornare. Dubbi e dubbi: per noi e per loro. E per loro forse ancor più, perché i tempi in cui dominavano sulla maggior parte delle terre emerse della terra sono finiti da un pezzo.
CAMILLO FACCHINI 07 lug 2016 00:00