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04 nov 2015 00:00

Expo: un successo con riserva

A luci spente qualche riflessione su ciò che resta da fare dopo Expo

Spento l’Albero della vita; sciorinati i numeri da record; raccolti, con orgoglio, i complimenti di tutti, e soprattutto degli oltre 21 milioni di visitatori di Expo, non possiamo non fare un sommesso ragionamento sul grande dimenticato di questa manifestazione: il tema “Nutrire il pianeta”.

La buona organizzazione, la ricaduta economica e di fiducia sull’Italia di Milano 2015 è un dato importante. L’ardua sfida, come si è detto, è stata vinta e non era scontato. Solo un anno fa Expo erano ritardi e inchieste di corruzione. Chi, poi, a Expo c’è stato ha goduto in sei mesi della varietà delle culture e dei sapori del mondo. Ma la domanda resta.

Davvero tutto questo è servito o servirà a vincere la sfida della fame e a nutrire il pianeta? Che ne pensano le organizzazioni che ogni giorno si misurano in Africa, in Asia, in America Latina dove il mancato accesso all’acqua e al cibo sono vita quotidiana? Che ne pensano i missionari impegnati nella promozione di popoli in cerca di sviluppo di come Expo ha raccontato la vita dei poveri? Ma soprattutto basterà la Carta di Milano a tracciare la via, a impegnare gli Stati o siamo davanti all’ennesima dichiarazione d’intenti e a una data (quella del 2030 #famezero) che verrà regolarmente superata senza giungere a risultati apprezzabili?

Chi ha visitato il padiglione della Corea del Sud ricorda certamente la proiezione in 3D di un bambino denutrito che rivolge uno sguardo affranto verso i visitatori. Quello sguardo deve continuare a interrogarci. Ora che le luminarie e gli effetti speciali sono finiti non possiamo non evocare le parole con cui papa Francesco aprì la kermesse milanese: “Vorrei che ogni persona che passerà a visitare l’Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti. Una presenza nascosta, ma che in realtà dev’essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame”.
Almeno non smettiamo di provarci.

04 nov 2015 00:00