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24 nov 2015 00:00

Fabiano De Zan. Per una buona politica

De Zan non è mai stato un politico di professione. Aveva lo spirito dell’educatore (nel senso più nobile e più ricco del termine) nel sangue

Il 4 ottobre ricorreva il secondo anniversario della morte di Fabiano De Zan, figura politica di primo piano del secondo dopoguerra. Nato nel 1923, maturò politicamente durante la Resistenza per diventare poi protagonista nella Dc. Direttore per un lungo periodo del settimanale del partito,“Il Cittadino” (dal 1951 al 1963), aveva le doti, e le ha esercitate, del giornalista. Possedeva uno stile di scrittura elegante. La sapiente lettura dei segni dei tempi gli permetteva di andare oltre la banalità della cronaca e i luoghi comuni della politica. Eletto alla Camera dei Deputati nel 1963 e successivamente al Senato per quattro legislature nel collegio di Salò fino al 1983, si ritirò in quell’anno dalla politica attiva, faticando a riconoscersi nei “trasformismi diventati consuetudine”.

De Zan non è mai stato un politico di professione. Ha insegnato e ha fatto, come detto, il giornalista. Aveva lo spirito dell’educatore (nel senso più nobile e più ricco del termine) nel sangue. Possedeva una memoria storica invidiabile. Nei lunghi anni trascorsi dopo l’uscita dalla scena politica, questa sua dote è stata generosamente messa a disposizione di quanti, soprattutto studenti, ma anche gruppi e movimenti, cercavano di illuminare e raccontare il passato.

Lo spirito critico ha sempre connotato anche il suo rapporto con la fede. Credente e praticante, non rinunciava a fare posto nella sua mente ai molti interrogativi che la vita propone ogni giorno. Con Dio e con il prossimo si manifestava come uomo libero. Senza clamori. Non ha mai cercato la visibilità. Amava la credibilità. E condivideva con gli amici un cammino esistenziale, a volte inquieto mai ansioso, attento e aperto alla novità dello Spirito.

Il Ce.Doc ha voluto ricordarlo pubblicando un volume che raccoglie più di quaranta scritti, la maggior parte dei quali sono stati pubblicati su “Il Cittadino” e su “Madre” (ogni mese, dal 1974 al 2002, ha pubblicato sulla rivista una nota politica legata sì all’attualità ma non alla cronaca, perciò improntata alla riflessione). Introducono la raccolta tre saggi firmati da Tino Bino, Aventino Frau e Giacomo Scanzi, che disegnano, da diversi punti di vista, la testimonianza di Fabiano De Zan. Il titolo della pubblicazione ne è il riassunto significativo: “Fabiano De Zan. Per una buona politica. Riflessioni tra storia e infinito”.
24 nov 2015 00:00