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di GIORGIO BERETTA 12 mag 2022 08:09

Fiere di armi in tempi di guerra

Una fiera di armi in Italia nel bel mezzo della guerra in Ucraina? Impossibile! Invece è successo. Dal 30 aprile al 2 maggio si è tenuto a Verona il salone fieristico “European Outdoor Show” (EOS). Sotto l’apparenza di evento per promuovere la vita all’aria aperta, nascondeva il vero protagonista: le armi. Armi per la caccia, il tiro sportivo, la difesa personale, per corpi di sicurezza, cioè l’intero campionario delle armi. A parte quelle “appositamente progettate per la guerra”, c’erano tutte: dai revolver alle pistole semiautomatiche, dai “black rifles” (i fucili d’assalto sviluppati per il “mercato civile” sul modello delle armi da guerra, come gli AR-15, i prediletti dai legali detentori di armi per fare stragi in Norvegia, Stati Uniti, Nuova Zelanda) ai fucili a pompa, dagli snipers (fucili per cecchini) alle carabine, dalle doppiette fino ai fucili per la caccia grossa. Il tutto tra canoe, kayak, canne da pesca per trote e storioni, tende da camping e scarponi da trekking. Come se tutto fosse uguale, facesse parte di un unico grande passatempo: la vita all’aria aperta.

La fiera EOS ha preso il testimone da EXA (la fiera delle armi che per oltre trent’anni si è tenuta a Brescia) e soprattutto da HIT Show, il salone fieristico organizzato a Vicenza dal 2015. E come le precedenti, EOS si è caratterizzata nel panorama delle fiere di armi nei paesi dell’Unione Europea per tre peculiarità: esporre tutte le armi comuni, consentire l’accesso al pubblico generalista e anche ai minorenni, purché accompagnati. Un’evidente operazione ideologica, di quell’ideologia che mette sullo stesso piano la caccia col tiro sportivo con la difesa personale, tanto sempre di armi si tratta. Ma anche una sottile e becera operazione “educativo-culturale”: di quella cultura che intende portare i minori a sentire il fascino delle armi senza comprenderne la pericolosità. Così Veronafiere ha escluso i minori dalla fiera del vino “Vinitaly”, ma ne ha permesso l’ingresso alla fiera delle armi: bizzarro vero?

Quest’anno i politici nazionali non si sono fatti vedere. Devono aver fiutato l’aria e, con la guerra alle porte, hanno capito che non potevano ripetere lo slogan che usano ogni volta che un legale detentore di armi ammazza un ladro o un immigrato disarmato (“la difesa è sempre legittima”) mentre sollevano dubbi sull’invio di armi in Ucraina: il pacifismo non è una bandiera arcobaleno che si può sventolare a seconda della convenienza politica. “Anche stavolta la guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi”, ha detto papa Francesco. E le fiere, da quelle degli armamenti pesanti alle “armi leggere”, servono a pubblicizzarle.


GIORGIO BERETTA 12 mag 2022 08:09