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di LUCIANO ZANARDINI 30 apr 2025 08:49

Francesco, Paolo VI e Bevilacqua

Il soffio del vento ha accarezzato e sfogliato le pagine del Vangelo adagiato sopra la bara di Francesco. Un’immagine che riporta la memoria visiva all’8 aprile del 2005, ai funerali di Giovanni Paolo II. Sabato 26 aprile, in Piazza San Pietro, le telecamere hanno inquadrato sulla cassa l’evangeliario donato da Paolo VI a tutti i Vescovi italiani in memoria del cardinale parroco Giulio Bevilacqua di cui il 6 maggio ricorrono i 60 anni dalla morte. E a padre Bevilacqua due cose interessavano più di altre: “Cristo e la realtà e bisogna farle incontrare. Gesù è per noi contemporaneo o cessa di essere Gesù, cioè Salvatore, perchè non si salva dal di fuori nè da lontano, ma dal di dentro e da vicino. Cristo lo dobbiamo collocare nell’oggi, non è un passato, è l’eterno presente. Se voi volete incontrare un Dio vivo e vero, lo dovete cercare nella storia e nella vita, incontrarlo per strada”. È evidente che papa Francesco ha provato, nei suoi 12 anni di Pontificato, a favorire questo incontro. Bergoglio non ha mai nascosto di avere tra i suoi riferimenti l’Evangelii Nuntiandi, di cui ci sono tracce evidenti nella sua Evangelii gaudium.

Bene ha fatto il cardinale Giovanni Battista Re, nella sua sapiente omelia, a tratteggiare così il magistero del Papa: “Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato. Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d’oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali. Il primato dell’evangelizzazione è stato la guida del suo Pontificato, diffondendo, con una chiara impronta missionaria, la gioia del Vangelo. Filo conduttore della sua missione è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti, una casa dalle porte sempre aperte”. Infine, un’altra scena ha catturato l’attenzione: il passaggio del feretro da San Pietro a Santa Maria Maggiore circondato dalla folla. Anche in questo caso è difficile non pensare a San Paolo VI di ritorno, il 6 gennaio del 1964, dal primo storico viaggio apostolico in Terra Santa accompagnato proprio da padre Bevilacqua.

LUCIANO ZANARDINI 30 apr 2025 08:49