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di MARIAGRAZIA ARDISSONE 28 ago 2025 08:49

Generazioni e lavoro

Scrivevo circa un anno fa del rapporto tra lavoro, reddito e felicità e già era parso chiaro dallo studio allora condotto dall’Osservatorio Managerial Learning Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale) e Isvi (Istituto per i valori d’impresa) per l’anno 2023 che si stava profondamente trasformando il senso ed il significato del lavoro. A distanza di meno di un anno, la stampa ha reso noti gli esiti recentemente presentati della XXXV Indagine Giovani & Lavoro del Gruppo Italiano Direttori del Personale, con il coinvolgimento di 4.500 Direttori delle Risorse Umane nel primo semestre 2025. Non solo viene confermato il cambio di paradigma dello studio precedente ma, anzi, è posto ancora con maggior chiarezza ai nostri occhi che la virata è significativa: nei colloqui di selezione, i candidati under 35 ritengono prioritari flessibilità e smart working. Retribuzione, benefit e percorsi di carriera perdono il primo posto. Bilanciamento ed equilibrio, dunque, tra vita e lavoro sono prioritari come criteri di scelta del lavoro per i giovani.

Se già nello studio precedente si evidenziava che “leadership efficace e diffusa, comunicazione e condivisione della visione, centralità delle persone come progetto aziendale” erano le priorità, oggi flessibilità, inclusione e orizzonti chiari sono i punti centrali delle richieste avanzate. Il tema centrale è sempre più capire come le nostre imprese siano pronte a rispondere, considerando che l’ordine dei fattori è diverso: il tema retributivo è il più governato, flessibilità è solo al quarto posto tra le offerte, dopo salario, chiarezza sulle mansioni e possibilità di crescita interna. Il tutto confermerebbe, dunque, l’importanza del parlare ancora oggi del paradosso di Easterlin della metà del secolo scorso, secondo cui la felicità non dipende unicamente dal reddito, ma anche da altro. Il tema generazionale è potente e la convivenza generazionale è la sfida delle nostre imprese.

Il mio pensiero va dunque, di riflesso, ai tantissimi che a Roma hanno partecipato al Giubileo dei Giovani e ai quali papa Leone XIV ha detto “esser una cascata di Grazia per la Chiesa ed il mondo intero”, richiamando Giovanni Paolo II il quale diceva ai giovani “fate della vostra vita qualcosa di grande per migliorare voi stessi e la società”. Questi sono i giovani che tra poco faranno colloqui per un lavoro nelle nostre imprese. Con il cambiamento in atto, che potete fare, imprese, per accorciare il gap generazionale e facilitare linguaggi e contenuti in un lavoro che cambia? Tutti, società civile e imprese, è bene ci pensino da subito.

MARIAGRAZIA ARDISSONE 28 ago 2025 08:49