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di MARIAGRAZIA ARDISSONE 30 apr 2025 08:35

Grazie, Francesco

“È perciò giunta l’ora di dare seguito ad una ripresa di ciò che è autenticamente umano, di allargare gli orizzonti della mente e del cuore, per riconoscere con lealtà ciò che proviene dalle esigenze della verità e del bene, e senza di cui ogni sistema sociale, politico ed economico è destinato alla lunga al fallimento ed all’implosione”. È questo un passaggio tratto dalle “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones. Considerazioni per un discernimento etico dell’attuale sistema economico finanziario” della Congregazione per la Dottrina della Fede e del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, pubblicato nel 2018, nel solco del pontificato dell’amato Papa Francesco. Tali riflessioni suonano sempre molto attuali e rimandano all’idea che “benessere e sviluppo si sostengono a vicenda, richiedendo politiche e prospettive sostenibili ben oltre il breve periodo”.

E le imprese ben sanno nelle scelte gestionali cosa significhi approcciarsi ad una visione che declini nel lungo periodo il purpose, lo scopo di impresa, dando forma, in ciò che facciamo, a obiettivi imprenditoriali, oltre oggi e domani. Cosa serve per mantenere con audacia questa postura, che agevola la sopravvivenza delle imprese nel tempo? Serve ricordarsi, e lo insegna sempre Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, che il tempo è superiore allo spazio, attivando quei processi, tanto richiamati in questi giorni, che guardino oltre l’oggi. È fondamentale per le imprese governare i processi gestionali in senso ampio perché mediante un presidio puntuale e attento degli stessi si garantisce la tenuta d’insieme delle imprese, oggi, dopodomani e nel tempo. E se si governano i processi i risultati imprenditoriali semplicemente arrivano, siano essi economici o di sviluppo, di mercato,… Il breve periodo rischia di essere miope: si possono raggiungere meravigliosi risultati in termini di efficienza ed efficacia gestionali ma rispetto alla visione d’impresa ed al benessere ed allo sviluppo sopra richiamati, anche imprenditoriali e di società, perché abbiamo anche una responsabilità sociale, meglio, civile di impresa, come siamo messi? Ci viene in aiuto concepire mercato ed impresa come luoghi di realizzazione del profitto certamente ma, più e meglio, anche come occasioni di fioritura di relazioni umane fondate su fiducia e reciprocità perché davvero si possa compiere lo sviluppo umano integrale richiamato dal Santo Padre. Papa Francesco ha sollecitato le coscienze perché non si alimenti la cultura dello scarto quale espressione dell’“economia di esclusione”. È un grande monito, pensiamoci.

MARIAGRAZIA ARDISSONE 30 apr 2025 08:35