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di BARBARA BONOMI 23 lug 2015 00:00

Icfr: tempo di verifica

I dati sono numeri che necessitano di essere letti sapientemente e senza preconcetti personali

La verifica del cammino di Iniziazione Cristiana a Brescia ha compiuto un’altra tappa importante: dopo la compilazione delle schede che ha impegnato numerosi laici e presbiteri si è proceduto alla raccolta e sistematizzazione dei dati (a cura del Csif – Centro internazionale studi famiglia) e infine lo scorso 16 giugno Pietro Boffi, ricercatore del Cisf ha presentato al Consiglio episcopale presieduto da mons. Monari e alla Commissione Catechesi diocesana, i dati raccolti e qualche prima impressione emersa dalla lettura dati. A cascata al Convegno del clero, all’Assemblea diocesana e agli Incontri macrozonali già fissati, la verifica verrà presentata e resa disponibile per un discernimento comunitario e condiviso, come è sempre stata volontà del nostro vescovo.

I dati sono numeri che necessitano di essere letti sapientemente e senza preconcetti personali. Un lavoro non semplice a cui siamo chiamati a rispondere per il bene delle nuove generazioni a cui il cammino ha dato modo di dimostrare l’urgenza educativa e l’importanza pastorale.

Tuttavia sono confortanti i numeri delle schede compilate, qualsiasi fosse il contenuto e le risposte, a testimonianza che la realtà bresciana può ancora contare su numerose persone che hanno a cuore la loro chiesa e il servizio pastorale a cui sono chiamate a operare. Il numero di parrocchie effettivamente rappresentate da questi questionari sono 411 ricevuti su 473 parrocchie formalmente esistenti in diocesi, pari a circa l’87%. Un risultato di tutto rispetto, decisamente superiore alla media accettabile per simili indagini (70%).

Il puro dato matematico mostra anche che un obiettivo fondante del nuovo modello sia stato raggiunto e cioè il coinvolgimento delle famiglie nell’educazione alla fede dei loro figli. Tre sono le valutazioni positive spesso ricorrenti nelle risposte date: l’Iniziazione cristiana ha contribuito ed aiutato i genitori a far prendere coscienza che sono loro i primi educatori alla fede; sono scaturite nuove disponibilità ad impegnarsi in varie attività dell’Oratorio, catechesi compresa, molti genitori si sono infatti ‘sperimentati’ come animatori degli adulti o dei fanciulli; ed infine fornisce nuove possibilità di incontro e di relazione, anche con famiglie considerate “lontane”, coloro che non si incontrano abitualmente negli spazi ecclesiali. La preghiera accompagni quest’opera di lettura e discernimento a cui tutti siamo chiamati.
BARBARA BONOMI 23 lug 2015 00:00