Impresa e gentilezza
Amartya Sen, vincitore del premio Nobel per l’Economia nel 1998, ha usato parole semplici ma efficaci per indicare la libertà rispetto al tipo di economia che decidiamo di vivere: “Vivere in una economia di mercato non è molto diverso dal parlare in prosa. Non è facile farne a meno, ma molto dipende da quale prosa decidiamo di usare”. Questo è stato il pensiero che mi ha impegnato testa e cuore in occasione della recente Giornata mondiale della gentilezza, che si celebra il 13 novembre di ogni anno a partire dal 1997.
Par strano pensare che si debba avere in calendario, da tempo, una giornata per rinsaldare il significato della gentilezza, come pure è significativo che il vocabolario Treccani abbia adottato a dicembre 2024 come parola dell’anno il termine rispetto, proprio per recuperarne il valore civile in un contesto che, probabilmente, rischia di veder sfumare la profondità del suo insegnamento. Eppure, se abbiamo bisogno di questi momenti di ricentratura civile sul significato di alcuni concetti, significa che è urgente tornare al nostro esser uomini, anche nelle imprese, anche in economia. È possibile pensare a una prosa che, metaforicamente parlando, consenta di poter parlare e vivere una economia in cui esista anche la gentilezza? Direi che laddove esiste l’uomo, e dunque anche nelle imprese, possiamo affrontare ogni inatteso volo pindarico, e anzi renderlo fertile terreno di sperimentazione.
È dei giorni scorsi la notizia che l’Oiegc, Osservatorio Italiano delle Gentilezza e Comportamenti, in collaborazione con il Centro studi sul management e il lavoro, ha quantificato, stimandola in 13 miliardi di euro, la spesa pubblica che deriva dal maltrattamento su minori, con un’incidenza dello 0,84% sul Pil. Ciò significa che si può anche pensare a una misurazione economica degli effetti dei comportamenti orientati o meno da uno stile che promuove la gentilezza. E, ingrandendo la lente di osservazione su ciò che facciamo ogni giorno nelle imprese, quali indicatori costruire per monitorare gli impatti economici derivanti da comportamenti che, nell’esser volti al raggiungimento degli obiettivi economici (vendite, marginalità e contenimento costi), sono scaldati da uno stile relazionale gentile? Credo valga la pena pensare a strumenti utili allo scopo, considerando che il Movimento italiano gentilezza ha avanzato la proposta di legge per cui la stessa venga riconosciuta come XIII Bisogno educativo speciale, capace di promuovere inclusività e comportamenti che contribuiscono al miglioramento del vivere comune, anche nelle imprese, a mio parere.