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di MARIAGRAZIA ARDISSONE 28 mar 2024 11:54

Impresa e gratuità

“Se la dimensione tipica dell’umano è la sua apertura al dono-gratuità, e se l’economia è attività umana, allora un’economia autenticamente umana non può prescindere dalla gratuità”. Non fa una piega, scivola liscio, il sillogismo aristotelico che Luigino Bruni propone. Assolutamente moderno ed attuale, propulsore dello sviluppo del pensiero critico nelle scienze economiche. Ma dinnanzi alle quotidiane urgenze delle nostre imprese, faticosamente e virtuosamente impegnate, in un contesto sicuramente complesso e spesso complicato, nel garantire efficienza ed efficacia organizzativa e profitti, come ci ricordiamo e viviamo la dimensione della gratuità nelle nostre attività?

Mi viene in aiuto un piccolo e semplice aneddoto, curioso, vissuto in un contesto di scambio di mercato. Mi reco settimanalmente ad acquistare dolci per i miei figli, volendo da genitore fare loro un dono, rispetto al quale, in un contesto di mercato, scambio denaro per acquistare merce. Questa è, nella vita di tutti, la dimensione umana tipica di apertura al dono-gratuità: spinta semplicemente da assoluta gratuità verso i miei figli, faccio un dono, non per una contropartita, ma solo per renderli felici. In uno degli ultimi appuntamenti settimanali la signora titolare dell’attività commerciale, dinnanzi ad un atteggiamento semplicemente civile e rispettoso della sua persona, del suo lavoro e del nostro incontro, in dimensione di autenticità, semplicità e naturalezza bidirezionali che si erano instaurate nella nostra relazione, dimensioni agite, ricordo!, in un contesto di puro scambio di mercato, mi ha omaggiata di piccoli ovetti pasquali al cioccolato.

Ho sperimentato la reciprocità della gratuità nel contesto di mercato in cui agisco da compratore, esattamente come tanti altri soggetti economici. Questa è la dimensione umana di apertura alla gratuità ed al dono in un contesto di mercato: a fronte di un mero scambio di denaro per merce, la gratitudine vissuta dalla signora nella relazione, che vedeva me in posizione di acquirente pagante ed ella come venditore, ha generato gratuità. E tale gratuità si è manifestata, nei miei riguardi, in un dono. Il profitto era già comunque garantito e lo sarebbe stato in ogni caso, lo scambio di mercato già realizzato, esattamente come in molte altre azioni commerciali quotidiane, ma la signora è andata oltre il mero atto di compravendita. Mi ha restituito, reciprocato, la stessa gratuità che io ho sperimentato nei confronti dei miei figli. Il mercato, l’economia è fatto di e con le persone e si innerva, si nutre di relazioni umane. I profitti non possono che beneficiarne.

MARIAGRAZIA ARDISSONE 28 mar 2024 11:54