Indifferenza diffusa

Erica è in casa a sbrigare faccende quando sente la coppia dei suoi vicini urlare. Non è la prima volta che li sente litigare, ma questa volta sembra diverso: sembrano urlare molto più del solito e ci sono dei silenzi strani, durante i quali Erica si preoccupa per la sua vicina. Ma poi riprendono ad urlare ed Erica tira un sospiro di sollievo. Ma ad un certo punto i silenzi sono sempre più lunghi e la voce della vicina sembra molto affievolita. Erica comincia a preoccuparsi. Che fare? Andare a suonare il campanello? E magari sentirsi dire di farsi i cavoli propri? E magari essere presa a parolacce nel cortile, dove tutti sentono? E poi Erica pensa che, ma sì, sarà il solito litigio, si sta preoccupando troppo. A un certo punto non si sente più niente. Boh, avranno smesso. Ma Erica non è tranquilla. Sceglie di non fare l’indifferente e decide di andare a suonare il campanello. Qualcuno pensa che se non fa niente, non succederà niente, non ci saranno problemi, non ci saranno conseguenze. Pensa che astenersi dal fare equivalga a non fare. E, se ci si astiene dal fare, non si potrà essere incolpati di qualcosa. Ma non è così, almeno molto spesso.
Spesso il non fare, il non agire ha delle conseguenze. Le ha proprio perché gli eventi prendono una certa direzione proprio in virtù del fatto che non sono stati impediti. Pensiamo ad un esempio eclatante come il non fermarsi a soccorrere una persona incidentata, anche solo chiamando un’ambulanza: le sue condizioni potrebbero peggiorare rapidamente con esito infausto. Ma pensiamo anche a qualcosa di più semplice, come il non segnalare tempestivamente che una strada ha una brutta buca e potrebbe essere fatale non per un automobilista, ma per un motociclista, sì. O il non mobilitarsi perché la zona in cui si vive è molto inquinata. Omissioni compiute spesso per indifferenza. Per non parlare dell’indifferenza verso il vicinato, salvo poi scoprire che dentro le mura di una casa si perpetuavano atrocità. Spesso verso le situazioni familiari dei vicini si invoca il rispetto della privacy, la riservatezza, il volersi fare i fatti propri, ma dietro si nasconde l’indifferenza, la mancanza di coraggio o il voler evitare la fatica di fare qualcosa, perché non è facile entrare in casa d’altri. È già difficile salutarlo, a volte, il vicino. Non usa mezzi termini Nicolò Govoni (nel suo libro “Altrove”): “Molti pensano che l’indifferenza sia un moto passivo, un semplice disinteresse. Ma non è così. L’indifferenza, la sorella vigliacca dell’odio, è in tutto e per tutto un’azione, qualcosa che si compie in modo consapevole, sprezzante e spesso violento”.