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di CHIARA BUIZZA 02 lug 2015 00:00

Insieme, si può

33 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei Comuni e delle Regioni e dei sindacati hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche contro l’indigenza del nostro Paese

“Fare la propria parte, sempre e comunque”: sembra questo l’insegnamento di una nota fiaba africana che narra di un incendio devastante scoppiato nella foresta e delle reazioni dei suoi abitanti. Tutti gli animali si danno alla fuga, tranne un colibrì che vola nella direzione dell’incendio portando nel becco una goccia d’acqua. All’invito del leone a cambiare direzione segue la risposta senza esitazioni del colibrì: “Io faccio la mia parte”. Meno nota la continuazione della fiaba: incurante delle risate e delle critiche degli altri animali, il colibrì si getta nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua. A questa vista, un elefantino, subito dopo un giovane pellicano, e a seguire un cucciolo di leone, di antilope, di scimmia, di … si uniscono al colibrì. Contagiati dall’esempio, anche gli adulti incominciano a dare loro man forte. Al calar delle ombre della sera l’incendio è domato. Una la consapevolezza: “Insieme, si può spegnere un grande incendio”.

Proprio il “rischio-incendio” e la necessità (urgenza) di “unire le forze” possono contribuire a dar conto della nascita dell’Alleanza contro la povertà in Italia: all’inizio del 2014, di fronte all’aumento della povertà assoluta (dai 2,4 milioni nel 2006 ai 6 milioni nel 2013), 33 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei Comuni e delle Regioni e dei sindacati hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche contro l’indigenza del nostro Paese, proponendo in particolare l’introduzione di una misura nazionale contro la povertà assoluta, il Reddito d’inclusione sociale (Reis). Nel Patto si legge infatti: “Una simile alleanza non è mai stata costruita in Italia. È la prima volta, che un numero così ampio di soggetti sociali dà vita a un sodalizio per promuovere adeguate politiche contro la povertà. La sua nascita costituisce un segno tanto dell’urgenza di rispondere al diffondersi di questo grave fenomeno, quanto all’accresciuta consapevolezza, in tutti i proponenti, che solo unendosi si può provare a cambiare qualcosa”.

Nondimeno proprio la via dell’alleanza ha in sé una sfida: non solo mobilitare energie, risorse, competenze ma anche rinsaldare legami e significati condivisi. Riuscirà il “nuovo spirito di alleanza” (Magatti 2012) a restituire rappresentanza democratica e istituzionale ai poveri? La partita è aperta, ma il vero fischio di inizio dipende da se e quando il Governo (il leone?) riconoscerà la povertà come priorità politica.
CHIARA BUIZZA 02 lug 2015 00:00