Irc: per recepire le domande del cuore

Dovessero chiedermi cosa penso dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, direi che lo considero un compito estremamente importante e non facile. Aggiungerei subito che dipende in gran parte dal modo in cui viene svolto. L’insegnamento della religione cattolica oggi, nella scuola di ogni ordine e grado, si presenta come una grande opportunità e una grande sfida. Trasformare la sfida in opportunità è il compito di quanti scelgono di percorrere questa strada. Si tratta certo di un lavoro, perché richiede competenza e professionalità, ma ciò di cui stiamo parlando è prima di tutto ed essenzialmente una scelta di vita. Gli insegnanti di religione cattolica sono i protagonisti di una singolare avventura educativa, che può lasciare un segno indelebile nella mente e nel cuore di tanti ragazzi e ragazze. Ho grande stima per quanti accettano di cimentarsi in questa impresa, perché dimostrano di credere nel grande valore dell’educazione e ancora prima nella capacità che la fede cristiana ha di dare verità e pienezza alla vita. In che cosa consiste precisamente la sfida di cui si fa carico l’insegnamento della religione cattolica? Mi sentirei di rispondere così: consiste nel coniugare l’esperienza della fede cristiana con la cultura contemporanea e con il cammino educativo dei ragazzi e delle ragazze.
Fede, cultura, educazione: tre parole inseparabili che possono trovare in questo singolare insegnamento una sintesi non teorica, capace di dare luce e sapore alla vita. Sarà molto importante, in questa prospettiva, riflettere sull’importanza del linguaggio. Le grandi parole della rivelazione cristiana (fede, salvezza, santità, peccato, Regno di Dio, Vangelo, eternità) andranno rivisitate e rese comprensibili agli studenti e alle studentesse di oggi. Andranno cioè poste in relazione con le grandi parole della vita (libertà, giustizia, amore, dolore, paura, felicità, speranza). Solo in questo modo risulteranno efficaci. La Bibbia, da questo punto di vista, ci si presenta come un tesoro inestimabile, a cui gli insegnanti di religione cattolica non potranno non attingere. Lo dovranno fare, tuttavia, con competenza, affetto, serietà e impegno. Il linguaggio della Bibbia non è immediato. Dalla lettura si dovrà sempre passare all’interpretazione, che risulti corrispondente alla verità dei testi. La Bibbia davvero ci offre la Parola di Dio, che è in grado di illuminare la vita di ogni tempo, ma lo fa attraverso un linguaggio profondamente segnato dal tempo storico in cui ogni pagina biblica è stata scritta. La Bibbia domanda perciò di essere autenticamente e culturalmente compresa, per consentire l’incontro con il Dio vivente. È questo un compito che andrà assunto con grande senso di responsabilità da quanti desiderano accompagnare gli alunni e le alunne nell’approfondimento dell’esperienza del cristianesimo.
I testi da privilegiare saranno in particolare i Vangeli, il cui racconto rappresenta il vertice della rivelazione cristiana: la persona di Gesù, il suo insegnamento, la sua testimonianza, ma soprattutto il mistero che essa nasconde e che si è rivelato nella sua morte e risurrezione, vanno considerati l’essenza dell’insegnamento della religione cattolica. Nella luce del Cristo redentore, tutta la realtà, cioè la persona umana, la società, il mondo e l’intera storia acquistano il loro pieno significato. Elaborare a partire dalla fede in Cristo un linguaggio capace di recepire le grandi domande del cuore umano e favorire un dialogo con chi è onestamente alla ricerca della verità, con chi sente la responsabilità del bene comune, con chi considera essenziale il compito educativo: si potrebbe definire così il compito di quanti scelgono di insegnare la religione cattolica nelle scuole, facendosi carico di un dolce giogo a beneficio delle giovani generazioni.
