lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di MASSIMO VENTURELLI 02 lug 2015 00:00

Italia, dove un ricorso non si nega a nessuno!

Il Tar di Lombardia rimette per la seconda volta in discussione il concorso per dirigenti scolatici tenuto nel 2015. Dopo le buste trasparenti è ora la volta di commissari senza titoli...

A volte viene il sospetto che sui ricorsi prosperi un’economia parallela ben più florida rispetto a quella ufficiale e un po’ traballante, del Paese. Non c’è infatti alcuna spiegazione che giustifichi in il massiccio uso che si fa in Italia dello strumento del ricorso. Non c’è concorso o bando pubblico che non abbia come passaggio obbligato quello del ricorso al Tar. Con buona pace dei proclami dei governanti di turno che mettono in cima alla lista delle loro priorità la modernizzazione del Paese.

L’ultimo esempio arriva dall’accoglimento da parte del Tar della Lombardia del ricorso di un gruppo di aspiranti dirigenti scolastici rimasti “fuori” dopo la revisione imposta al concorso (realizzato nel 2011) da un precedente ricorso. Solo a raccontarla, la vicenda, rischia di fare uscire di senno... Questi i fatti: nel 2011, dopo anni di attese, il Ministero dell’istruzione indice il concorso per dirigenti scolastici.

Qualcuno tra i “bocciati” fa ricorso perché le buste in cui sono stati conservati gli elaborati dei candidati sarebbero state trasparenti, con buona pace del rispetto dell’anonimato. Ricorso accolto, nuova correzioni degli elaborati e conseguente revisione dei risultati. Finalmente nel marzo dello scorso anno la pubblicazione delle graduatorie definite e l’ammissione in ruolo di nuovi dirigenti con beneficio del sistema scolastico.

Tutto risolto, dunque? No, perché evidentemente, qualcuno tra i nuovi esclusi, presenta un nuovo ricorso perché non tutti i commissari scelti per la revisione del concorso avrebbero avuto i titoli per ricoprire questo ruolo. Nei giorni scorsi la sentenza del Tar regionale che accetta il ricorso e rimette tutto in gioco...
Occhio, dunque! Renzi giochi la sua partita sulla “Buona scuola” anche su questo fronte, prima che qualcuno impugni i contratti da far firmare ai precari perché scritti su carta non idonea o troppo sottile. Anche perché un ricorso non lo si nega a nessuno.
MASSIMO VENTURELLI 02 lug 2015 00:00