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17 dic 2015 00:00

L’umiltà preziosa di chi serve la Chiesa

Volenti o nolenti viviamo nella Chiesa di oggi un momento di grande novità. Ci pensavo ancora una volta davanti all’immagine dei due Papi che, varcata la Porta Santa, si sono abbracciati e nel cammino ecclesiale stanno rappresentando

Volenti o nolenti viviamo nella Chiesa di oggi un momento di grande novità. Ci pensavo ancora una volta davanti all’immagine dei due Papi che, varcata la Porta Santa, si sono abbracciati e nel cammino ecclesiale stanno rappresentando da un lato, in Francesco, il vento della freschezza evangelica che scuote le tiepide logiche occidentali e, dall’altro, in Benedetto XVI, l’umile e silente solidità della fede e della preghiera e a cui dobbiamo il più alto e nobile gesto di rottura della storia della Chiesa recente.

In particolare merita una riflessione ciò che oggi Benedetto esprime nella modalità del suo “stare accanto” alla Chiesa e al Papa dentro il Vaticano, ma senza intrusioni, la percezione che trasmette di una preghiera d’intercessione intensa e profonda al Signore per tutti e, non da ultima, la totale e creativa realizzazione del progetto di un ruolo, quello del “papa emerito”, che l’11 febbraio 2013, giorno della rinuncia al pontificato, nessuno avrebbe nemmeno potuto immaginare. Una lezione di umiltà, di distacco dalle cose, dal potere e dal ruolo che fa bene a tutti i cristiani, ma soprattutto a chi, come i preti o i consacrati, è chiamato nella Chiesa ad assumere e poi lasciare incarichi e ruoli di diversa responsabilità. È bello cogliere come nella maggioranza dei casi, anche a Brescia, chi lascia un ruolo riesca a rigiocarsi nel servizio alla comunità senza attaccamenti e strascichi, magari con uno stile diverso, ma sempre con gratuità.

Preti e suore che per anni hanno servito parrocchie o istituti e che accettano, perché chiamati, di lasciare e ricominciare da capo. Non sono un caso isolato. Certo ogni volta e per ognuno è una scommessa: nuove ruoli, incontri, magari meno responsabilità se l’età è avanzata, forse più tempo per la preghiera e la vicinanza alle persone. Semplicemente hanno lasciato, semplicemente hanno continuato a servire. Dobbiamo tanto a queste testimonianze. Lo sappiamo anche perché, quando la stessa disponibilità non c’è, vediamo solo danni.
17 dic 2015 00:00