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di LUCIANO ZANARDINI 01 dic 2015 00:00

Laicità o libertà religiosa?

Il Natale messo al bando dalla scuola? Laicismo senza ragioni. Anche in Italia abbiamo bisogno di riscoprire la libertà religiosa. Per tutti, nessuno escluso

Ogni anno, in prossimità delle feste natalizie, ritornano con un tempismo perfetto prese di posizione che si rifanno al laicismo più becero. Qui non parliamo del necessario e positivo concetto di laicità, ma di un atteggiamento ottuso che non dà certo lustro al genio umano. Un giorno è la scuola materna che vieta il nome Gesù nei canti natalizi, un giorno è l'arte/tradizione del presepe a finire in soffitta... Così facendo si alimenta soltanto l'ideologia. È triste pensare e considerare in questo modo la religione, che di per sé, con la sua ricerca di assoluto, manda messaggi di unità e non di divisione. Fa male alla ragione constatare la presenza di persone che la percepiscono come un fattore disgregante. La religione, in questo caso il cristianesimo, appartiene alla nostra comunità, così come l'induismo appartiene all'India o l'Islam al Pakistan. Inutile ricordare che la religione è anche un fatto sociale che penetra nella cultura di un Paese. Basta vedere il vissuto quotidiano nel quale si incarnano il linguaggio, i modi di dire o le affermazioni dei testi sacri; lo stesso vale per il calendario dettato, piaccia o no, dalle festività religiose. Poi ognuno è libero di credere in quello che vuole, ma non può pensare che credere in un Dio che si è fatto uomo possa creare chissà quale sconquasso.

Va da sè che non sono quasi mai i rappresentanti di altre religioni, che hanno ben chiaro il senso del sacro, a manifestare gesti di intolleranza nei confronti del crocifisso o del presepe, ma sono piuttosto persone che in virtù di una travisata laicità (meglio definirlo laicismo) partono all'attacco. Certo, nel campo scolastico, servirebbe un maggiore protagonismo da parte dei genitori per far sì che questi errori non si ripetano con un certa frequenza. Fa sorridere, però, il tentativo di agitare comitati per la difesa del crocifisso o del presepe, specie se i promotori (in particolare chi è mosso da intenzioni politiche) sono gli stessi che fomentano forme di pensiero che inneggiano alla paura dell'altro... diciamo che anche oggi lo straniero Gesù non troverebbe facilmente un riparo... ma occuperebbe però i titoli dei giornali. Per non essere tacciato, almeno una volta, di buonismo, torno sul concetto di laicità che, se intesa alla francese, diventa facilmente laicismo.

Sono d'accordo con chi afferma che la laicità non esiste, esiste la libertà religiosa. Non possiamo e non dobbiamo fare la fine della Gran Bretagna dove i simboli religiosi vengono quasi banditi. L'ultima performance in questo senso è la messa al bando di una pubblicità che riprendeva il testo del Padre Nostro, noto messaggio “discriminatorio”. Per non citare il Natale sostituito, nei Paesi scandinavi, dalla festa “politicamente corretta” dell'inverno. La libertà religiosa è veramente altro dal "non dire" per "non urtare"... E anche in Italia abbiamo bisogno di riscoprire la libertà religiosa. Per tutti, nessuno escluso. E questo può costare qualche voto, ma è preferibile una nazione dove la preghiera è alla luce del sole e non crea imbarazzi come invece avviene in altri Stati (vedi l'esempio della Francia e dell'Inghilterra). Non possiamo rinunciare alla libertà religiosa. L'umanità che si dimentica di Dio diventa meno umana.
LUCIANO ZANARDINI 01 dic 2015 00:00