Memento vivere
Non so proprio decidere cosa mi faccia più paura: se il gigantesco scheletro sul poggiolo del famoso negozio di giocattoli o l’infinita coda di gente che, sotto, si mette in fila per comprare l’ultimo gadget per Halloween. Siccome conosco il simpatico e intelligente proprietario del negozio, ricevo da lui la sommessa confidenza che, ormai, in Italia, si fa più soldi con i mostri redivivi che con il Carnevale. D’altronde, nella morte c’è più vita del previsto e non è solo una questione di fede nella risurrezione: evitare di avere a che fare con il pensiero verso la morte è semplicemente dannoso e antiumano; non averne mai paura per davvero ci espone al rischio di buttare via con troppa disinvoltura la nostra esistenza, credendoci immortali; non parlarne non permette di dirci parole vere e definitive, ma stupide e futili. Quindi ho deciso cosa mi fa più paura: non che ci siano troppi a festeggiare, più o meno consciamente, la notte di Halloween; ma che gli stessi non facciano la coda, il giorno dopo, per entrare in un cimitero. Mi piacerebbe proprio vedere se lì resistono alla paura. Memento mori, memento vivere.