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di RAFFAELLA FALCO 14 apr 2022 08:44

Nati, non moriremo

È scritta. La Risurrezione è scritta in ogni cellula della nostra umanità, a partire da quel primo attimo in cui ha inizio una nuova vita, la mia, la tua! Da quel preciso istante in poi la vita prende la forma del divenire, una inarrestabile corsa verso una meta che non sempre e per tutti è chiara, ma c’è e ci aspetta. Qualcuno la chiama incontro con Dio, altri ritorno alla casa del Padre, altri ancora Paradiso, Cielo, vita eterna...

C’è chi la nega. Noi cristiani non possiamo non crederci, in quanto discepoli di un Uomo che è passato su questa terra camminando verso Gerusalemme, il “luogo” dove ha intuito si sarebbe compiuta la Sua vita, nella Risurrezione, appunto. Anche noi abbiamo iniziato molto presto a seguirne i passi, quando una forza misteriosa ci ha costretti a morire alla prima nostra vita, quella buia, umida, calda e confortevole del grembo di nostra madre, per scoprire, subito dopo aver emesso un grido disperato perché affamato di ossigeno, che a testa in su e gambe in giù non si stava poi così male. Era un chiaro segno che ciò che credevamo la fine di tutto si stava trasformando in una meravigliosa nuova vita da accogliere e imparare a vivere, stando in piedi. Tutti abbiamo esperienza di quanto sia difficile tenere in braccio un bimbo che sta scoprendo di poter muovere i primi passi. E quando lo sa fare, chi lo ferma più! Non c’è quasi mai bisogno di dirgli di alzarsi, camminare, correre, inventarsi strade, giochi, futuro… È quando si cresce che, ahimè, si rischia di diventare sedentari, fuori e dentro di noi, paralizzando, spesso per la paura della morte, quei desideri di vita che Qualcuno all’inizio della nostra avventura ci ha scritto dentro.

Arriva per tutti il momento in cui abbiamo bisogno di ascoltarci e ascoltare il Maestro, che sa parlare bene la nostra lingua e dialogare con tutte le fibre della nostra umanità. Non è un caso se nei Vangeli si ripete innumerevoli volte il verbo “alzarsi”, il verbo della Risurrezione, la maggior parte delle volte posto sulla bocca di Gesù, come invito ed esortazione a tirarsi su/fuori da qualsiasi condizione che disumanizza, ma anche come azione di gente che lo fa perché ne ha capito il senso e intuito l’orizzonte: vivere già qui su questa terra da risorti, semplicemente abbracciando la condizione umana di discepoli in cammino verso la propria “Gerusalemme”. Questa Settimana Santa ci dà l’occasione di ritrovarci in Chi porta a compimento il disegno di ognuno di noi, prima di noi. Proviamo a “stare” con Lui fin dal mattino, facendo del gesto di “alzarci” dal letto un atto di fede nella nuova nascita che ci attende, prefigurata da Cristo Risorto il giorno di Pasqua.

RAFFAELLA FALCO 14 apr 2022 08:44