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di MARCO TESTI 23 mag 2019 08:54

Niki Lauda: icona di un tempo passato

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Dire addio a Niki significa anche dire addio ad un tempo contraddittorio e affascinante, giocoso e luttuoso, colmo di speranze e foriero di amare riflessioni. Un tempo umano, in poche parole

Niki Lauda n’è andato. A settant’anni era divenuto l’icona di un tempo, quello del breve sogno glamour del passaggio tra i battaglieri Settanta e Ottanta. L’incendio della sua Ferrari nel 1976, che pur lasciandolo sfigurato per sempre non gli impedì di ritornare in competizione ufficiale dopo poco più di quaranta giorni; la sua freddezza fino alla glacialità era diventata proverbiale, come anche la sua proverbiale capacità di programmare la sua attività. Fu per tre volte campione del mondo di F1: nel 1975, nel ’77 con la Ferrari e nel 1984, con la McLaren. Erano gli anni della disco music, delle discoteche fatte di luci e musica un po’ melodica e un po’ elettronica. Era il tempo in cui i Bee Gees smisero sfortunatamente di scrivere canzoni inquietanti e misteriose come “I started a joke” per diventare sorprendentemente le icone musicali di un tempo contraddittorio e per questo affascinante. Erano gli anni delle proteste per la partecipazione ai campionati del mondo e la coppa Davis, vinta peraltro nel Cile di Pinochet da Panatta, Bertolucci, Zugarelli e con Pietrangeli alla guida.

Erano anni in cui si fondeva il sogno di una vita migliore, anche esteticamente, e il piombo di anni come il ’78 del rapimento e l’uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, ma anche della presidenza della repubblica di Sandro Pertini. Erano gli anni di un Papa che contribuirà a cambiare il mondo con la sua lotta contro la violenza politica, Giovanni Paolo II, che attraverserà con la sua immagine un po’ burbera un po’ tenera questa età così contraddittoria. L’uccisione da parte di un “fan” di John Lennon nel 1980 sembra quasi il canto d’addio di un’epoca e l’inizio incerto di un’altra: la fine del sogno dell’amore che potesse bastare a guarire il mondo da solo che anche i Beatles avevano contribuito a creare e l’avvio di un mondo nuovo ma dai confini ancora nebulosi: la violenza continuò ad attraversare la storia con l’attentato di Agca a Giovanni Paolo II, la scoperta di una loggia “politica” come la P2 guidata da Gelli, gli anni di un socialismo non più ideologico, quello legato alla modernità di Craxi. Anni senza fiato, insomma, per usare le parole della canzone di un gruppo divenuto un’altra icona di quel tempo, i Pooh. Dire addio a Niki significa anche dire addio ad un tempo contraddittorio e affascinante, giocoso e luttuoso, colmo di speranze e foriero di amare riflessioni. Un tempo umano, in poche parole.

MARCO TESTI 23 mag 2019 08:54