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di ILARIO BERTOLETTI 30 apr 2025 08:43

Papa Francesco e il senso religioso

I funerali di Francesco, in particolar modo la presenza di migliaia di persone tra piazza San Pietro e la basilica di Santa Maria Maggiore, al di là dell’evento mediatico, interrogano sul senso di ciò che è una verità di fede. Assiepati erano credenti, non credenti, semplicemente moltitudini lì accorse perché in quella morte sentivano che era andato perso il simbolo di ciò che, più o meno consapevolmente, li aveva orientati in tempi di spaesamento, del venire meno dell’appartenenza a una storia comune. Ciò che ha caratterizzato il pontificato di Bergoglio è stato il primato dell’ortoprassi; in un mondo percorso da crisi umanitarie − il dramma delle immigrazioni, il ritorno delle guerre di aggressione come quella russa verso l’Ucraina, o l’orrore senza fine di Gaza − i gesti di papa Francesco, con l’appello alla misericordia, hanno rappresentato per molti un barlume di luce, quasi la possibilità di pronunciare una parola di speranza: il male non avrebbe comunque prevalso.

Le sue encicliche − in particolare “Fratelli tutti” − rischiarano che per il cristiano ciò che vale è innanzitutto il gesto del buon samaritano: questo è il significato teologico dell’ortoprassi. Il vangelo è innanzitutto soccorso fraterno nell’umano. Con il respiro lungo della ricerca storica si potranno analizzare gli effetti del pontificato bergogliano, ma quel che stupisce è come nella metafora della Chiesa quale ospedale da campo, sempre in uscita sulle frontiere del dolore, uomini compiutamente secolarizzati si siano riconosciuti come fosse l’appartenenza a una “Chiesa invisibile” di cui il papa, come rappresentante della “Chiesa visibile”, era l’avamposto. Il cardinale Newman, in uno stupendo scritto “Sulla consultazione dei fedeli in materia di dottrina” (Morcelliana), aveva rivendicato il valore teologico del “sensus fidelium”: il senso religioso dei credenti – e aggiungiamo, dei non credenti – è uno dei fattori costitutivi del riconoscimento delle verità di fede, al pari della Scrittura e della Tradizione del Magistero. In tal senso, forse il valore profondo del papato di Bergoglio sta nell’avere pensato la “Chiesa visibile” come il luogo dove può prendere voce la “Chiesa invisibile”, quel senso religioso che alberga nella coscienza dell’uomo indipendentemente dall’appartenenza religiosa. Le moltitudini che si sono sentite scosse dalla sua morte sono sulla frontiera tra “Chiesa visibile” e “Chiesa invisibile”: un mondo che non dispera di riconoscersi nelle parole di un cattolicesimo che sia il luogo del respiro universale, imprevedibile, dello Spirito.

(Foto AFP/SIR)

ILARIO BERTOLETTI 30 apr 2025 08:43