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di LUCIANO ZANARDINI 18 apr 2024 16:08

Passarella, ribelle per amore

Il sentiero “Franco Passarella” da Gratacasolo arriva ai Carolècc dove una croce ricorda il giovane (25 ottobre 1925-25 giugno 1944) morto proprio in quel bosco. I suoi resti, senza una degna sepoltura, vennero ritrovati solo nel 1946. Invano i genitori (il padre e la madre erano due professori antifascisti) e la sorella (una staffetta partigiana) l’avevano cercato sui monti del Guglielmo. Invano avevano atteso ogni giorno il ritorno del “ribelle per amore”.

Cresciuto a Venezia, fu costretto a emigrare a Brescia con la famiglia perché il padre perse, a causa del regime, il lavoro come giornalista. Studente all’Arnaldo, si inserì con entusiasmo alla Pace dove respirò il forte anelito alla libertà. Frequentò gli Oratoriani, in particolare Rinaldini e Manziana che, tra l’altro, ebbe il difficile compito di celebrarne le esequie in Cattedrale. La sua vicenda è stata attorniata da molte reticenze. Massacrato dai nazifascisti come riportava l’iscrizione poi rimossa su una targa, ucciso dai partigiani per errore o perché ritenuto una spia, ammazzato dalla banda di Solato (quattro delinquenti del posto che, per convenienza, si erano arruolati tra le Fiamme Verdi...).

Tante le versioni che si sono succedute. Non spetta certamente a noi entrare nel campo giudiziario. “Il partigiano tradito”, il nuovo libro, edito da San Paolo e scritto da Anna Maria Catano, fotografa bene lo spirito del tempo, il coraggio di molti, ma riaccende anche il dibattito e, soprattutto, la richiesta di una verità. Ottant’anni dopo si possono riconoscere gli eventuali errori figli della guerra. Questo, è bene ricordarlo, non ha nulla a che vedere con la gloriosa storia delle Fiamme Verdi, con il sacrificio di uomini e donne che hanno scelto di spendere la loro vita in nome di un ideale. Basta, però, con i veli su guerra e fuoco amico.

Come annotava nel 2014 sul Corriere l’amico Cesare Trebeschi, la cui statura morale è stata ricordata nei giorni scorsi in un convegno in Vanvitelliano, “ma quale fuoco amico se bandiera, divisa, colore della speranza che tu cercavi coprono mani crudeli di un feroce assassino? E come parlare di fuoco amico quando manca il coraggio di riportare alla tua casa, alla tua mamma disperata, i tuoi miseri resti?”. Verità e giustizia si incontreranno?

LUCIANO ZANARDINI 18 apr 2024 16:08