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di MARCO DERIU 05 mar 2015 00:00

Questione di coach

Diversamente da quanto avviene in tutti gli altri talent canori, in “The Voice of Italy” i concorrenti vengono ascoltati ma non visti dalla giuria

Nel denso panorama dei talent show televisivi, si distingue “The Voice of Italy” (Rai2), un format che ha avuto origine nei Paesi Bassi. Dopo il passaggio di “X Factor” da Rai2 a Sky, la seconda rete Rai aveva deciso di tentare una strada nuova con questo prodotto televisivo, che ha qualche peculiarità rispetto alla concorrenza: diversamente da quanto avviene in tutti gli altri talent canori, in “The Voice of Italy” i concorrenti vengono ascoltati ma non visti dalla giuria, che siede verso poltrone girate di 180° e ha come parametro di giudizio soltanto la voce e l’esecuzione musicale, non l’aspetto degli aspiranti cantanti né la loro eventuale capacità spettacolare. Anche l’idea di cantanti professionisti che giudicano cantanti dilettanti è vincente.

I giurati, che quest’anno sono Piero Pelù, Noemi, il rapper J-Ax e la coppia formata da Francesco Facchinetti e papà Roby dei Pooh, sono anche coach, perché hanno il compito di selezionare i concorrenti meritevoli, arruolarli nelle proprie rispettive squadre, formarli e aiutarli a migliorare le proprie doti canore nel corso del programma per puntare alla vittoria. I coach ascoltano le esibizioni dei concorrenti concentrando la loro attenzione soltanto sulla loro voce senza vederli, poi possono premere il bottone che fa girare la poltrona se vogliono che entri nella propria squadra. Può capitare ai giurati di sottovalutare qualche esibizione e agli aspiranti cantanti di sorprendere giuria e pubblico.

È stato il caso, per esempio, di Chiara Iezzi, ex componente del duo Paola & Chiara che per molti anni ha cantato canzoni facili e orecchiabili, comparsa da sola senza la sorella a cantare senza che nessuno dei coach la riconoscesse dalla sola voce. In passato analogo tentativo aveva fatto Alessandra Druisian, ex cantante dei Jalisse, duo (meno noto del precedente) vincitore di un Festival di Sanremo. A lei andò male, perché non fu scelta, mentre Chiara Iezzi è riuscita a passare. Si può discutere se la decisione della Iezzi di scendere nell’agone insieme ai dilettanti sia stato un atto di coraggio di chi ha deciso di mettersi alla prova (ri)partendo da zero o la trovata di chi è solo in cerca di un rilancio magari a spese di altri che avrebbero potuto entrare in competizione. Resta il fatto che, come il titolo stesso del programma ribadisce, è la voce a essere protagonista. E questo, in fondo, non è poi tanto scontato nei talent show contemporanei, in cui non sempre vincono i cantanti più bravi ma spesso si affermano quelli più capaci di colpire il pubblico in qualunque modo.
MARCO DERIU 05 mar 2015 00:00